A. Francesco Papa
About Me

Storia di un Aspirante Permacoltore

Premessa riciclata dalla prefazione di uno dei molti
BEST-SELLER

Grazie per l'interesse!

civetta Salve, mi chiamo Francesco Papa, e ho conosciuto la permacultura da una ricerca su internet nel 2013. Lo stesso anno cominciai a frequentare i gruppi di mutuo-aiuto qui in Sicilia. Ho cominciato a reportare tali esperienze su facebook, in brevi pdf, perchè molti non partecipavano agli incontri ed avevo piacere conoscessero anche loro ciò che si faceva in queste sessioni intensive di permacultura Made in Sicily.
Ho così scritto 12 report, che coprono 3 anni, dal 2013 al 2016.
I report nacquero all'origine, nella mia intenzione, per liberalizzare una volta per tutte le nozione di base dell'autosufficienza che andavo apprendendo in questi episodi di formazione pratica alla permacultura della durata di 2-3 giorni l'uno (20-40 persone accampati in tenda e sacco a pelo presso case di amici di amici in campagna). Poi però sviluppai una accezione particolare di permacultura, insieme a molte critiche. Sono infatti un criticone innato ed impietoso.
Così, nel mezzo del testo mi lascio andare ad osservazioni personali e non esclusivamente tecniche.
Direi che all'inizio le puntualizzazioni tecniche sono più numerose. Alla fine, capisco che la vera novità di questi incontri e della permacultura in generale, è il MUTUO-AIUTO GRATUITO: ciascuno dà quel che può alla realizzazione di un progetto comune.
L'esperienza organica collettiva potrebbe leggersi come possibile espressione di un "settore quaternario", che dopo il settore primario (agricolo), secondario (industriale), terziario (dei servizi), e del terziario avanzato (dei servizi "virtuali"), funga da pivot capace di convogliare le materie prime, le abilità manuali, le risorse culturali e spirituali localizzate sul territorio ma snobbate dal City System - sempre più globalizzato, ricco e performante; lontano, avaro, opprimente – in un programma strettamente funzionale al "qui e ora".

Il problema centrale del modello occidentale in eterna crisi, è che la gente, pur lavorando, rimane povera! E allora, se non le leggi e la politica, forse le persone (vere) riusciranno a colmarne definitivamente i difetti? [è una domanda! Soltanto molti anni più tardi avrei compreso che non era una risposta].
Tale programma, tuttavia, ho notato, in seno al gruppo di permacultori non aveva radici profonde e ben assestate nè contorni nitidi e precisi. La visione era pura, ma complessivamente vacua e dispersa come neve sulla cima delle montagne.
Si fece strada nella mia mente la nozione di permacultura "ORGANICA", da opporre in una giocosa nemesi alla permacultura URBANA, e allora ho dovuto dare alla secondogenita un fondamento diverso eppure consanguineo alla prima, separato eppure integrato a quello della permacultura australiana.
Servivano argomenti.
Nacquero 2 altri libri, perchè ero disoccupato e di tempo per scrivere ne tenevo molto!
Questi altri 2 libri hanno natura espressamente filosofica e non pratica. Sebbene il primissimo – la presente collezione di report - abbia una geometria interna chiaramennte più solida, nello stesso introduco una impostazione teorica più vasta e la argomento in parte.

CONCLUSIONE
Questo libro è corpo posseduto da uno spirito particolare, non completamente originale, poichè alimenta, ristrutturandolo, uno dei bocciuoli già comparsi nella permacultura accademica, di cui però il "necessario" connubio con la modernità ne compromette la fioritura che porterebbe alla nascita di una Società Organica, dapprima sempre piccola e locale. Tale forma di società è un vecchio sogno dell'umanità, un nobile ideale, che però, con la permacultura, potrebbe non essere più tale. Vedremo...
TITOLI ONORIFICI