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Permacultura & Borghi Antichi: sono le vere "città dei 15 minuti"

Permacultura è guardare ciò che hai prima di costruire quello che non hai. Un antico borgo medievale, in Italia, non è già una "città dei 15 minuti"?

tratto dal libro
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M.P.B.M
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di A. Francesco Papa

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Fra le le sfide della permacultura possiamo annoverare la ripresa e lo sviluppo della coscienza di UNITA' LOCALE rispetto alle identità globali, massificanti, "performanti" nonchè umilianti dell'originalità e del carattere particolare del singolo essere umano, che un City System degenerato non rispetta più perchè accecato da un occhio come polifemo sbraita e non ragiona più.
Questa è la tentazione e la sfida più urgente dei tempi moderni: rispettare il prossimo, non censurarlo (nei media TV) nè bannarlo (nei gruppi facebook/telegram) anche se non lo si capisce; non schiavizzarlo nè umiliarlo anche se non se ne condivide l'ideologia politica, morale o religiosa.

Le identità personali devono essere integrate e non discriminate nè marginalizzate dal City System anche se sembrano "novax", "putiniane", "fasciste", "cattive" o, per i newager, "a basse vibrazioni". Perchè? Perchè dietro una parola c'è sempre 1 argomentazione ed almeno 1 esperienza, anche se non la si vede!

Questo, probabilmente, è l'ultimo test della modernità, superato il quale l'umanità procederà allo step evolutivo seguente.

In attesa del "salto quantico", in certi ambienti viviamo una forte domanda di tutela e di riavvicinamento ai cosiddetti "borghi antichi" visti come complessi di case GIA' COSTRUITE che possono in ogni momento fungere da "porto di terra" per gli squattrinati in fuga dal chiasso e dai ritmi snervanti della città.
In un borgo antico infatti le vie sono troppo brevi, strette o contorte per accogliere sereni fiumi di macchine urlanti sotto il balcone di casa. La famosa "città dei 15 minuti", in un borgo antico è già bellamente predisposta: in 15 minuti infatti hai percorso tutto il borgo e ad ogni passo, c'è lo spazio per la bottega dell'ARTIGIANO LOCALE come del negozietto locale.
In un borgo medievale non ci sarà invece spazio per i supermercati e i grandi centri commerciali, veri e propri schiaffi alla tradizionale architettura del paesaggio.

Nell'ambito della permacultura, si intende sovente colonizzare tali luoghi della memoria in nome di un rinnovato senso della prossimità e della lentezza, ma non si intende "fare sistema": il localismo, il folklore e il provincialismo, sono per la permacultura meriti, non demeriti.
Sebbene da più parti tra gli ecoappassionati sembra essere sempre importante "unirsi", unire le produzioni e i "talenti", in realtà il movimento della permacultura tende fastidiosamente all'anarchia, e purtroppo non si può immaginare da qui a breve da parte dei permacultori, la formazione di CONSORZI tesi alla valorizzazione dei prodotti della terra, dell’artigianato, e del turismo locale. Pare essere un motto di certa permacultura, il detto:

 

Ognuno per sè
Dio per tutti

 

La "famiglia", anche economica, proprio in questi ambienti continua ostinatamente ad essere concepita alla maniera tradizionale: FATTA DI POCHI MEMBRI. E l'istituzione di un "consorzio", quand'anche gratuita, non viene immediatamente vista come vantaggio. Vero è, però, che il concetto di CONSOCIAZIONE è nativo col concetto di permacultura, quindi è verosimile credere che, dando tempo al tempo - e ai secoli, almeno alcuni permacultori giungeranno infine a qualche forma di unità più organica, anche dal punto di vista commerciale, come emblema di un "design" o "architettura" tipica.

Non si tratta infatti solo di valorizzare il borgo antico, rispettarlo o conservarlo.
Un permacultore lo abita... anche per farci affari! E l'attualmente basso costo dei "loculi" (i piccoli borghi sono oggi oggetto di fuga e quindi in svendita), è il primo e più evidente di questi affari. Ma ogni rosa ha le sue spine.
Per trasformare il borgo in realtà “attrattiva” dal punto di vista produttivo - e dal punto di vista di un permacultore docet - serve la prossimità alla terra, la quale è direttamente accessibile più agli abitanti della periferia del borgo che a quelli del suo centro.

Ma non ogni difficoltà uccide

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Mi spiace, al momento nessuna buona comunità ecologica ha richiesto uno spazio promozionale qui.

Se la mano destra della permacultura è l'agricultura, la mano sinistra è l'artigianato, il "far cose da sè".
Colonizzando un borgo, dunque, la perma-comunità dovrebbe fin dal principio destinare le case del bordo esterno ai permacultori "della chioma verde" - quelli che vogliono stendere l'amaca tra due alberi e contemplare valli silenziose dal giardino di casa; e le case al centro del borgo ai permacultori "del tronco bruno" - quelli che aspirano aprire un laboratorio/bottega artigianale con alloggio annesso al primo piano, in ambiente car-free, intimo e godibile.

Tutti i borghi medievali italiani e le "città-fortezza" ubicate sui cucuzzoli delle montagne, dunque, offrono notevoli vantaggi ai più genuini esploratori della cultura ecologica, sia agricola/verde che bruna, artigiana.
Tra i vantaggi economici più concreti:

  1. I prodotti autoprodotti dalla comunità locale (vegetali-caseari per gli abitanti della cintura esterna, più manifatturieri per quelli del centro), possono essere immagazzinati in SPAZI COMUNI senza dover pagare dazi ad enti terzi fino all’immissione in commercio;
  2. Le materie prime possono risentire le une della lavorazione delle altre, praticamente a costo zero: basterà camminare un pò del tutto tranquillamente, per spostarle da un laboratorio all'altro;
  3. Gli abitanti godranno di prodotti di prima mano;
  4. Gli abitanti potranno conoscere molto facilmente, da vicino e fin dall'infanzia, tutta la filiera ed i PRODUTTORI LOCALI;
  5. Gli abitanti avranno pronta consapevolezza di eventuali giacenze produttive e di eventuali mancanze. Quindi potranno fornire agli operatori feedback pressocchè immediati.
     

Purtroppo i quadri dirigenti di molti Stati occidentali, ammaliati dal WEF e, com'è tipico della cultura americana, insensibili alle ricchezze che una Lunga Storia come quella italiana ha donato alla Storia, guardano alle "città dei 15 minuti" come costruzioni da improntare "ex-nihilo", cioè dal nulla, varando pacchetti di interventi finalizzati a redimere la normale vita cittadina dai suoi molti peccati originali, ma se questo potrebbe aver senso per gli inurbati cronici, per gli altri - le avanguardie della cultura verde, non ha pienamente senso.
Per diventare di colpo tutti più gretini, non è necessario forzare le comuni, logore città negli schemi innovativi del WEF americano per una moderna "città dei 15 minuti"; in Italia, almeno all'inizio, basterebbe promuovere il reinserimento abitativo nei molti BORGHI GIA' ESISTENTI. Queste piccole realtà territoriali possono essere un modello, il pied-a-terre di una soluzione trans-nazionale ai problemi ecologici globali, e tuttavia di forte carattere identitario/nazionale (in particolare italiano).
Ora per fare questo servono certamente "investimenti" locali, molto mirati: sull’edilizia scolastica (ristrutturazioni), in ambito sanitario (poliambilatori), ed in ambito artigiano.

I MEZZI DI PRODUZIONE DEI BENI DI MASSA (M.P.B.M) dovrebbero essere di proprietà comune e non privata! Finchè la macchina che trita il grano per tutti, è di uno solo, non ci sarà fra voi nessuna ugualglianza SOSTANZIALE!

Tuttavia neppure questo basta: serve un nuovo tipo di investimento: nelle persone, quelle che dovrebbero animare prima il gruppo e poi la comunità locale, istruire gli avventurieri nelle arti dell'autoproduzione ed infine unirli in progetti comuni, validi anche dal punto di vista giuridico. A tale scopo, pescare tra i consessi di permacultura potrebbe dare buoni raccolti (espunti, naturalmente, gli anarco-fondamentalisti).

Molti borghi italiani risultano di fatto in via di spopolamento, ma ciò potrebbe essere dovuto più alla MANCANZA DI LAVORO DEGNAMENTE RETRIBUITO SUL PIZZO DELLA MONTAGNA nonchè alla MANCANZA DI UNA COMUNITA' CON CUI DIVERTIRSI NEI WEEK-END INVERNALI, che alla mancanza di voglia di rimanere lì, ben al riparo dalla grigia coda della bestia urbana.
Molti investitori - più romantici che investitori, sono oggi interessati a comprare un “pezzetto” dei
90 borghi medievali d'Italia come segreto segno di appartenenza o di conservazione di qualcosa di puro e antico come una speranza, che in loro ancora è rimasta, sicchè anche se abiteranno quel pertugio solo una settimana l'anno, intanto esso è "di mia proprietà". Ebbene, se questi luoghi fossero oggetto di una vera e propria impresa di ricolonizzazione, statuale o privata, è verosimile credere che vi ritorneranno più spesso; e quando vedranno la vita fiorire, per sforzi non loro ma di audaci "piante pioniere", forse vi si trasferiranno in pianta stabile. Con essi partirà un NUOVO MODO DI ABITARE IL MONDO, stavolta più intelligente, ecologico, a misura di un nuovo tipo di essere umano.

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La colomba della pace vola di sito in sito. Aiutiamola a farle fare il giro del mondo portandola anche nel nostro spazio web! Questa è arrivata qui MERCOLEDI' 15 MARZO 2017, alle ore 14:57 da www.toscanafantasy.com
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