Agricoltura & Permacultura: Storia di un Reddito
Estrapolare un reddito (economico) dalla agricoltura e dalla permacultura, è oggi possibile? Esperienze ed osservazioni sulle potenzialità del baratto...
La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...
Estrapolare un reddito (economico) dalla agricoltura e dalla permacultura, è oggi possibile? Esperienze ed osservazioni sulle potenzialità del baratto...
«Purtroppo oggi in campagna è tutto cambiato rispetto a una volta, non solo per i costi del carburante.
L'agricoltura non funziona più perché leggi e regole sono fatte in modo tale da soffocare i piccoli contadini.
Prima il formaggio si faceva in alpeggio o in stalla e gli animali si macellavano in fattoria. Oggi per lavorare latte, burro, formaggi, ricotta etc etc, occorrono laboratori che richiedono investimenti notevoli e controlli da parte delle ASL. Se vuoi macellare i tuoi animali devi portarli al mattatoio con carrelli e camion speciali e poi mandare la carne al macellaio o ai tuoi clienti con la cella frigorifera.
E chi se la può permettere?
Tra l’altro, dalle mie parti il mattatoio è a un'ora di macchina, ci vorrebbe un giorno intero per macellare un agnello, se dovessi fare avanti e indietro col furgone! Se poi provo a chiamare qualche amico, o persino mio padre stesso, per aiutarmi a raccogliere le olive, la frutta o a battere il grano, rischio multe salatissime per lavoro in nero; ma i soldi per pagare degli impiegati non ci escono mica dalle vendite!
I fruttivendoli non ben posizionati in città stanno tutti in grosse difficoltà economiche a causa dei prezzi competitivi che fanno gli ipermercati, i quali acquistano roba da navi che attraversano l'Atlantico grazie a costosi carburanti; questa merce mantiene prezzi abbordabili finchè si tratta di frutta pompata con la fitochimica.
E se sei un bravo venditore e riesci a rubare a quelle compagnie internazionali un buon contratto con un supermercato, non per questo farai sonni tranquilli! Se grandina e ti si rovina il raccolto, devi pagare una penale (oltre alla mancata vendita) per mancata consegna...
Mio nonno, quando finiva la giornata in campagna o in ferrovia, aveva la fila di contadini fuori dalla stalla, con le vacche da far coprire dal suo toro; poi compravano animali al mercato per ingrassarli e rivenderli a 2 o 3 volte il prezzo e se vendevi fuori dal tuo comune, pagavi solo un piccolo dazio.
Così ha cresciuto 8 figli in campagna.
L'altro mio nonno faceva il vino e lo vendeva al mercato o al podere stesso. Faceva anche da mediatore per le uve dei vicini da rivendere ai commercianti in città. Non credo fosse arrivato alla quinta elementare. Oggi invece ci vuole un diploma speciale e devi aprirti una partita iva per fare il mediatore o l’agente di commercio, il che significa pagare ogni anno al fisco somme non indifferenti a prescindere dal guadagno effettivo.
Qui in Maremma, i contadini di una volta, vivono fino a cento e passa anni e spesso seppelliscono i figli che se ne sono andati a vivere in città e che per un motivo o per un altro non superano i 70 anni1 di età.
Mi spiace dirlo ma siamo al punto di non ritorno; penso che chi riesca oggi a farsi una fattoria e a renderla autosufficiente può sperare di farcela non oggi ma domani, quando la crisi creata dai potenti del pianeta si sarà conclusa o sarà stata superata in qualche modo.
Personalmente ho mollato tutto, casa e lavoro, per farla qui in campagna la mia rivoluzione politica, ma il tempo stringe e per "accelerare" i lavori di ripristino di un ecosistema – grande come una regione o piccolo come una cascina familiare – penso sia meglio usare la moderna tecnologia, trattori, concimi e medicinali, carburanti compresi, finché ce ne sono e sono a buon mercato. Certo, se ben progettato, uno spazio rurale potrebbe sostenere una famiglia anche senza esborso di somme ingenti di denaro ma all'inizio, non ne vedo proprio la possibilità a meno di non accontentarsi di procedere con molta, molta lentezza».
by Piero 2013
PESSIMISMO OFF
OTTIMISMO ON
...E se esistesse una via d'uscita
a un mondo di regole e convenzioni?
E' evidente che il City System punisce il piccolo produttore che voglia immettersi nel mercato per far concorrenza a quelli più grandi.
Chiunque abbia qualche ettaro di terra, prima o poi si domanda e dice: "Vediamo che posso farci per guadagnare qualcosa!", e da qui poi la lucida "fotografia" del pessimista (o realista?) di turno.
Allora la permacultura dice: perchè non cambi il "raccolto"?
Se la tua terra non può darti soldi ma solo frumento, latte e miele, cambia obiettivo!
«Reagisci ai cambiamenti
e usali in modo creativo2».
Questo è veramente permaculturale!
Se aranci, ulivi, viti e cereali richiedono troppo impegno economico-colturale, coltiva fichi, nocciole e prugne, che prolificano anche senza trattori e aratura intensiva.
Ciò non è insensato!
Se la burocrazia punisce quel "raccolto monetario” che viene dalla piccola produzione non protetta dai grandi marchi e dai grandi consorzi di capitale, ingegnati di realizzare una forma diversa di "guadagno"!
Non devi imitare San Francesco, ma "transitare"; verso cosa? Non tanto e non solo verso la filosofia del...
“Una cultura più bio
pagherebbe certamente di più
i miei magnifici prodotti bio!”
...quanto verso una economia più “organica”, cioè meglio disincrostata dalla spirito di lucro, giacchè oggi ogni strategia popolare di accumulo di moneta alla vecchia maniera, viene tassata e punita.
La contromossa più ragionevole è quella di produrre e accumulare non per VENDERE, ma per BARATTARE.
La controproposta non è quella di LAVORARE, ma di COLLABORARE in campagna.
Non cercare impiegati e non aprire partite iva in Italia; apri invece contratti di comodato gratuito e cerca appassionati che lavorino non più di 4 ore al giorno in campagna, per creare per loro e per molti uno stile di vita quotidiana che sia si agreste, ma non medievale.
Non trattare alcuno di essi come bestia da soma, come precari, come wwoofer, bensì come soggetti con diritto di vitto e alloggio entro una cornice di diritti e regole trasparenti, dichiarate in uno statuto associativo formulato ad hoc.
Nessun isolamento mononucleare da parte delle famiglie proprietarie e al suo posto molto scambio, molte relazioni e molta rete.
Se io mi fido di 5 autentici amici che sono anche la mia personale squadra di potatori ulivi, forse che lo Stato mi manderà una squadra di psichiatri e poliziotti perché mi sono malfidato?
Con una organizzazione alle spalle edificata sul mutuo-aiuto e regolarmente depositata al notaio, avrai maggiore probabilità di dirottare l'ottusa macchina del “Pubblico” dalla traiettoria nella quale esisti tu con la tua famiglia. Sui colli della politica, si sa, il popolo s’inerpica strisciando, tuttavia alla fine, qualche volta, il premio!
L'ultima via d'uscita rimasta,
è andare verso l'alto.
Se la rete agreste non c'è, certo conviene darsi alla tradizionale vendita nei tradizionali negozi per ottenere il tradizionale denaro necessario a comprare l'aceto che la mia tradizionale terra, poverina, non può darmi; se però ci fosse una rete rurale di Comunità Organiche e questa rete fosse in forma, viva, ben coordinata, ogni transazione economica e commerciale sui beni primari sarebbe evitabile, e, su questi, la tassa impossibile, perché – a conti fatti – barattando beni nessuno acquisisce “reddito”: di una cipolla ricevuta in baratto non è possibile prelevarne qualche spicchio e darlo allo Stato!
Una visione fiscal-monetarista del lavoro e della produzione umana dimostra ignoranza e arretratezza di spirito nel generale percorso di elevazione verso una de-monetizzazione dell’esistenza e del cuore degli uomini.
Il fisco non ha e non potrà mai avere possibilità di ingerenza in seno alle transazioni “organiche”, naturali, proprie dell’universale famiglia di uomini di buona volontà.
1 Oggi non sono rari i sessant’enni che muoiono per malanni non legati alla vecchiaia! “Mango”, noto cantante italiano, è deceduto a soli 60 anni di età; Giaroberto Casaleggio, il co-fondatore del M5S, a 61 anni; Fabrizio Frizzi, a 60 anni. Avevano contratto insalubri vizi e stravizi, costoro? Non sembra dunque che l’Occidente sia arrivato oggi ad assicurare una aspettativa di vita stra-ordinaria, unica e storicamente eccezionale, dal momento che anche i personaggi pubblici dell'antica Roma giungevano spesso a 70-80 anni di età! Cosa, quindi, di nuovo sotto il sole? Chi ha soldi, certo, da sempre più vivere di più perché può comprarsi migliore assistenza medica! Ma da alcuni decessi illustri (vip, star, manager), comprendiamo che nella realtà odierna la “salus” (salute, salvezza) non è veramente alla portata di tutti, ma dopo molti episodi in salita... per qualche altro motivo, presso altre persone ed ambienti, regredisce vistosamente! Dopotutto un tempo tumori e sla anche in giovane età non erano così frequenti! E tutti coloro che espatriano o soffrono fino a tardà età per strada o in ospizio, abbandonati da tutti eccetto che dalle infermiere – loro ultima mercenaria famiglia - possono prendere parte alle statistiche sociali di VITA & PROSPERITA’ media?
2 Quarto principio holmgreniano.