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di A. Francesco Papa
Tutto iniziò quando mi laureai, in filosofia, a 30 anni!
Avendo la necessità di trovarmi non tanto un lavoro, quanto del denaro, scoprii – riflettendo – che avevo la necessità di trovare non tanto del denaro, quanto del cibo.
Allora aprii internet e sulla barra google scrissi “auto-sufficienza”, prima col trattino e poi senza trattino.1
Et voilà, un antro oscuro si spalanca sul vuoto che fino a quel momento mi rendeva perfettamente adatto a una vita claustrale, dedito alla preghiera silenziosa e alla predicazione della più alta novella. La brezza fredda che spirò da quel vuoto, mi trasformò irreparabilmente.
Al momento [2011] non sono contentissimo dell’esito di questa nuova “filosofia”, perché è così tanto il lavoro da fare per capire e applicare la permacultura, che nella frenesia e nella baldanza di questo fuoco novello, ogni giorno di più si è allontanato da me il pacifico eremo che ho sempre sognato (leggo/scrivo troppo e medito/prego troppo poco).
Pertanto, la mia permacultura – come si può intuire – avrà tinte spirituali, o missionarie.
Non posso accontentarmi di coltivare il mio orticello con il mio cibo per non lavorare e non faticare. Se “devo” fare qualcosa in quest’ambito, è per dare cibo + tetto + famiglia a quelli che, come me, non hanno piacere di nutrire il City System, preferendo invece lavorare e sudare per il Country System (appena nato). |
Infatti, non appena digitai su google la password segreta per entrare in questo favoloso mondo fatto di roulotte ed ecovillaggi (aspiranti) – dove in nome della permacultura la liberazione dal medievale lavoro di coltivazione servile della terra è promessa a tutti – notai subito in esso una confusione e disorganizzazione infinite, insieme a molta purezza d’intenti.
Nei vari siti di certificata “impronta ecologica” si danno indirizzi, email, corsi e ricorsi per imparare questo o quello (naturalmente a pagamento), ma alla fin della fiera, singoli e comunità “ribelli” restano soli e soprattutto, poveri. Mentre in città basta avere DENARO per approfittare di ogni sorta di agio, bene e servizio possibile e immaginabile, nel Country System… anche! Manca un “termometro” di valenza sociale altrettanto efficace del denaro attraverso il quale concentrare e orientare diversamente la ricchezza prodotta dalle campagne.
Quei poveri cristi sono dunque scappati verso i boschi oltre le colonne di ercole in cerca di pace, lontano da ogni malfidata modernità, ma la città se ne fa sonore beffe giacchè come una madre riconduce tutti docilmente entro le sue spire, dal momento che il denaro è necessario, ed è necessario perché non c’è autosufficienza. Non c’è autosufficienza perché non c’è (piena) permacultura, e non c’è permacultura integrale perché non c’è RETE.
Mi spiace, al momento nessuna buona comunità ecologica ha richiesto uno spazio promozionale qui.
Poichè c'è “la crisi" e l’animo collettivo barcolla, bisognerebbe darsi da fare per forgiare al più presto un nuovo paradigma d'attività e d'intervento sociale, basato non più o non solo sul denaro, ma sulla compassione e l'empatia, l’autoproduzione, il lavoro d’artigianato e lo scambio LOCALE.
Diciamoci la verità, a me non importa fare l’agricoltore e andare a vivere in campagna (beh si vabbè – a causa delle sue verdi e silenziose cime - un po’ m’importa); quello cui davvero tengo è l’emersione di uno stile di vita comunitario davvero nuovo. In vista di questa speranza che come una stella guida, investo il mio tempo nello studio di diversi testi come anche nel seguire gli spunti di lettura che vengono dall’attività dell’omonimo gruppo su facebook.
Per il futuro, desidero suggerire soluzioni valide a quanti vedrò in difficoltà intorno a me, gratis!
«Gratis? …e allora
come pensi di campare?»
Permaculturando?
Vedremo.
Al momento ho una grande certezza in mente, e cioè che l’umanità potrà battere il City System in ricchezza e splendore, se saprà unirsi, collaborare, amarsi. Se saprà rinunciare a parte di quanto imparato dai propri genitori.
Sono anche certo del fatto che per andare avanti non basta la razionalità umana ma Dio dovrà essere “reintegrato al Sistema” in qualche nuova maniera.
La permacultura potrebbe essere una o addirittura “la” leva per ottenere questo, ma occorre prima un vigoroso lavoro di potatura dell’Impostazione di Base, che non può essere agricola, turistica o commerciale.2
by Le sintesi di Giada
1. Compravendita di Saperi Bio & CORSI di tutti i generi (come al Super Mercato);
2. Visite all'ecovillaggio con ticket di ingresso a 15 euro (come a un museo);
3. Baratti umorali e scoordinati. Beni, servizi e persino cerchi sciamanici in "Economia del Dono" (il dono deve essere pagato alla tariffa pre-stabilita dal "donatore");
4. Proprietà PRIVATA sempre e comunque, e sempre e comunque ricerca di forza lavoro gratuita a tempo indeterminato. "Nuovo Mondo" come feudalesimo rinnovato col wwofing e il biologico.
5. Spiritualità fondata su "Le Vibrazioni" e il "Mantenere Alta l'Energia" che in chat solitamente sfocia in conversazioni catatoniche (noiose) ovvero in palpabile assenza di pensieri critici e luci razionali. Come su facebook, anche qui il diverso & controverso viene bandito da presunti "Maestri di Vita" chiamati anche "Facilitatori".
6. L'illuminata Estasi del Budda sotto il fico aborrisce i "GIUDIZI" anche sensati, anzi più intelligenti e ben argomentati sono, tanto più turbano "La Pace", più il facilitatore è chiamato a "proteggere la community" bannando il diverso & controverso e facilitandosi, così, le giornate.
7. Visione politica nulla e/o violentemente rigettatta. La democrazia è cosa buona e giusta, ma non deve essere imposta per legge e tantomeno tramite statuto associativo interno. Gli ecovillaggi (e soprattutto i loro proprietari di terra) devono restare "liberi" (dalle norme e dalle critiche).
EGOVILLAGGI
Dove parlare dell'elefante nella stanza senza pericolo di essere censurati da fondamentalisti anarchico-new-age?
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1 All’epoca google restituiva come RISULTATO PRIMO IN CLASSIFICA, non già prolisse e talvolta facinorose discussioni sull’autosufficienza proprie di siti come greenme.com che oggi trionfano su internet (grazie a google). Non mi reindirizzò neppure ad uno dei siti ufficiali di permacultura!
All’epoca, dicevo, la primissima reazione di google alla parola “autosufficienza” fu il sito permaculturasicilia.blogspot.com.
Approdato a questo porto, non fui assalito da una prolifica serie di articoli di consumati blogger provetti; il sito era infatti molto povero di informazioni riguardo l’autosufficienza, tuttavia campeggiava in alto a destra un annuncio importantissimo, che era un INVITO PUBBLICO AD UN INCONTRO APERTO (uno della serie che poi fu chiamata di “Mutuo-Aiuto”).
Avendo appena finito di fare filosofia, e desiderando fare adesso qualcosa di più pratico, segnai l’ora e il giorno e mi presentai all’appuntamento (al buio), col taccuino in mano.
Questo ci fa capire 2 cose.
La prima, è che il motore di ricerca utilizzato può cambiarti la vita, e se gli algoritmi sotto il cofano sono impuri, manomessi, ne pagheranno le generazioni future in visioni della vita mancate o distorte, che non corrisponderanno al veramente esistente, ma all’esistente non-censurato e perciò selezionato dal motore di ricerca utilizzato.
L’umanità cominci proprio adesso ad estendere la sua umanità, il suo buon senso, la sua vetusta filosofia del diritto anche ai territori digitali privati, perché di importanza capitale per la vita del pubblico… del resto, anche la terra italiana, prima di passare ai Comuni e allo Stato italiano, apparteneva a ricche famiglie private che avevavo avuto la fortuna di avere tra i propri antenati soggetti abili con la mazza e la spada, esperti saccheggiatori di campi e tribù, e perciò “principi”.
Carissimi giovani condottieri, «fate presto!». E’ nato un nuovo mondo, quello digitale, da colonizzare come un tempo, ovvero da sottrarre agli abusi perpetrati da pochi feudatari digitali avidi, ignari e irrispettosi di ogni umanità e giustizia!
La seconda cosa che apprendiamo, è che il lievito della permacultura si attiva molto meglio dal vivo, e dove c’è un blog che parla di striscio di questo argomento – se parla seriamente di permacultura, dovrebbe anche annunciare il relativo incontro di Mutuo-Aiuto locale con tanto di giorno ed ora ben visibile per FARE INSIEME, ed IMPARARE FACENDO. Certo, questo indebolirerebbe la potenza di seduzione dei corsi di permacultura a pagamento (circa 500€ in Italia), ciò che accadde a me, che dopo 2 anni di mutuo-aiuti, il giorno in cui mi decisi ad acquistare questo misterioso corso, mi accorsi di essere debitore più verso una trentina di mutuo-aiutanti sparsi, che verso quei 4 istruttori professionisti, per la mia prima comprensione e primo fattivo approccio alla permacultura.
Certo, una esposizione dotta e sistematica del sapere è sempre più digeribile di una maculata e a singhiozzo - proprio per questo dopo qualche anno mi decisi a comprare il corso, nondimeno un impegno serio e costante presso un circolo locale di Mutuo-Aiuti, è impagabile... esso è permacultura applicata! L’addestramento pregresso potrebbe infatti farti assistere a successive costose lezioni di permacultura sbadigliando, mentre per altri, le stesse, all'inizio del loro percorso, lacereranno i veli dell’universo.
I mutuo-aiuti sono quindi esperienze centrali della permacultura, forse proprio il CUORE della permacultura piuttosto che la MENTE, e proprio per questo in taluni contesti diventano “a numero chiuso”, ad “accesso controllato” - perciò limitato, e, nei casi più impuri, perdono il valore della gratuità e divengono anch’essi a pagamento (come “corsi di perfezionamento” “di livello avanzato” seguenti o antecedenti il primo teoretico corso di introduzione alla permacultura... e poterai e scaverai buche e rialzerai muretti in casa d'altri… e, sorridente, pagherai per farlo!).
2 Notazione storica: scrissi questa pagina per un curioso su facebook, che domandava: "come avete conosciuto la permacultura?". Risposi piuttosto lungamente, con vera emozione e tante speranze nel cuore. Rileggendo, dopo 13 anni, rivedo racchiuso in quell'anno lì, il 2011, l'inizio e l'inizio della fine del mio percorso in permacultura. Desideravo troppo, e troppo puro era l'ideale per una realtà ancora troppo grezza e materiale. Dopo 5-6 anni circa, infatti, dovetti arrendermi: allora coniai un nuovo termine, permacultura "organica" contro una permacultura urbana o anarchica che resisteva drammaticamente ad un organico ingresso della filosofia del dono (della terra) nella storia concreta. Dopo altri 5-6 anni, una seconda resa: sebbene attivamente impegnato nei social, non avevo le forze, la capacità e neppure la voglia di continuare a provare a persuadere persone ed ambienti sconosciuti, troppo sconclusionati ed ostili ad una condivisione organica, ovvero giuridica e statutariamente concordata, dell'eccesso di terra (e di cubature di edificabilità) di proprietà personale. Il neofeudalesimo o "neoliberismo" come dir si voglia, purtroppo, scopro in ritardo, vive nel midollo della società occidentale, anche di quella infiammata da motivazioni gretine, sciamaniche ed ecologiche. Questa pagina di questo libro, è perciò un esempio di come alcuni processi portino nel loro stesso seme il loro triste destino, allorchè vengano piantati in un TERRENO inadatto a quel genere di colture, malgrado il CLIMA fosse davvero favorevole.