La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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La perversione del cibo bio a prezzi alti

di A. Francesco Papa

Sono inorridito.
Mi inorridisce vedere poveri biocultori difendere a spada tratta la vendita di cibo bio a prezzi alti.
Cielo, se potessi, persino io produrrei olio della rosa nera di Bisanzio a 50€ a goccia, ma una cosa è ADATTARSI all'anima nera del City System e DENUNCIARNE ONESTAMENTE LA PERVERSIONE allorquando è richiesto e necessario; un'altra, completamente diversa, autoassolversi e giustificarne le misfatte nascondendosi dietro inquietanti argomentazioni pseudo-etiche del tipo:

"Devono essere i poveri a diventare ricchi, non i ricchi a diventare poveri!".

Il suddetto biocultore intendeva con tale frase stimolare i poveri a "migliorarsi", in modo tale da potersi permettere (anche loro) l'acquisto del miglior cibo bio ai più stratosferici prezzi di mercato (ad es. miele di Manuka 250g 50€!).
Il pover'uomo non sa o non ricorda che IL CITY SYSTEM NON E' PARADISIACO, ovvero non premia con valanghe di denaro i più buoni o i più malati, ma i più astuti senz'altro.
Infatti, se io eredito 1 milione da mio zio, con tale somma non erediterò anche le magnifiche virtù di mio zio, che peraltro non eranno neppure così spiccate, avendo ricevuto in sorte soltanto la fortuna di essere piaciuto alla figlia del sindaco.

"Se sei adatto ad una cosa sbagliata, non sei sbagliato anche tu?".

Premesso dunque questo dato incontrovertibile, ovvero che l'accumulo di ricchezza nel City System procede sovente a caso e nella maggior parte dei casi per "selezione naturale" dove il più adatto non è affatto il migliore ma appunto solo e soltanto il più adatto a quel dato sistema di relazioni (studiate meglio Darwin!), passiamo a smontare il secondo punto della orrida sociologia del nostro povero biocultore alle prese con la vendita di rose nere per sbarcare il lunario.

Se dai cibo bio e altamente salutare solo ai ricchi, i poveri moriranno prima dei ricchi per qualche strana malattia da alimentazione di scarsa qualità. Essi non hanno SCELTO di cenare al mcdonald causa forte ignoranza o opzione culturale, hanno piuttosto dovuto approviggionarsi lì perchè solo li le patatine e le carni e le bevande, nient'affatto biologiche, erano smerciate a "2 euro tutto compreso!".
Risultato, infarti e diabete già a 50 anni e vita media fino a 80 anni; ma per i più ricchi ecco compaiano già le prime statistiche "a parte", come per un nuovo grottesco percorso di speciazione: vita media fino a 90 anni per quest'ultimi. Perchè?
Perchè il più alto reddito ha permesso loro di curare una alimentazione QUOTIDIANA (non occasionale o festiva!) di maggior qualità, come anche, probabilmente, un diverso e più costoso ambiente di vita, rurale e non metropoliano.

Ordunque, i poveri MERITANO davvero di VIVERE DI MENO perchè "non si sono migliorati" economicamente? Mentre avrebbero "meritato" più quantità di vita, se una zia ricca fosse morta anzitempo?
I poveri MERITANO davvero di VIVERE DI MENO o con meno tumori e infermità varie, perchè "non si sono migliorati" economicamente, ovvero perchè non si sono mostrati capaci di fare gli sguatteri h24, o hanno sguatterato poco e male, mentre avrebbero "meritato" più quantità di vita, se loro padre fosse stato notaio, e quindi con uno studio notarile già ben avviato a beneficio dei futuri successi del figlio?
I poveri non meritano più vita... se hanno meno soldi o una famiglia meno possidente?
Oh biocoltore pover'uomo come me, come è fragile e oscura la tua fede!
Quali bituminose fonti ti hanno abbeverato per così lungo tempo?
Quelle occidentali?
Vergognati del tutto, quando poni il mero possesso di denaro e cose, a misura dei sacri diritti di ogni uomo e di ogni terrestre!

Il diritto a cibo sano e genuino e ad un buon ecosistema in cui produrlo, non può prescindere dalla quantità di denaro conquistata o ereditata! Esso è naturale diritto di ogni uomo e di ogni terrestre che lavora per la comunità nell'amore.

Aggiornata in tale maniera la carta universale dei diritti dell'uomo e del cittadino, e finalmente in un documento ufficiale introdotta la sinistra parola "AMORE" - come legge sovrana verso cui tutto deve tendere (anche l'economia), affrontiamo una seconda obiezione che il biocoltore professionista pronto memorizza e recita a chi gli fa osservare: "un baccello di fave non è un collier di smeraldi, e la gioielleria del bio non ha lo stesso status ontologico della Morellato", perchè un uomo anche senza gioielli vive benissimo, ma lo stesso uomo senza cibo sano vive meno, si ammala prima, soffre di più.

"Non è allora giusto vendere le lenticchie rosse bio al prezzo di piccoli rubini? Diversamente dai rubini, infatti, che non servono a nulla, i lenticchi rossi ti salvano dalle malattie!".

Non vedi che seguendo pedissequamente la razionalità del City System, cadrai da perversione in perversione?

Ma il biocoltore, si sa (lo sappiamo) ...forse, in fondo, non crede neppure lui così supinamente alla favola de "è giusto che il mio olio di Pistacia terebinthus costi 45€ al litro", tuttavia lo deve credere, perchè è tale fede che lo renderà più persuasivo presso i suoi irrinunciabili clienti nonchè "onesto con se stesso" e - si sa anche questo - un permacultore "deve" essere quanto più possibile "integro", altrimenti non farebbe permacultura, ma soltanto vuota ed arida permacoltura.

Tale afflato, però, non potrà che essere frustrato dentro il contesto sbagliato.

Infatti tanto più un prodotto bio risulta salutisticamente risolutivo, tanto più emerge prepotente la domanda: "chi è giusto acceda alla mia medicina-che-viene-dalla-terra? Soltanto dentisti, avvocati & friends?". Ed ecco, la risposta più onesta a questa domanda dovrebbe essere è: "lo venderò solo ai più ricchi perchè il City System è tutto sballato e solo in questa maniera sbarcherò il lunario; farò buon viso a cattivo gioco tuttavia... NON DIVENTERO' MAI UN IPOCRITA!". Ciò che diventeresti immediatamente se dicessi: "Si, la mia bio-produzione se la meritano solo i più ricchi perchè i poveri... se sono poveri c'è un motivo! Sono cattivi pigri e/o incapaci!".

PERVERTITO!

Vendi quello che vuoi ai "normali prezzi di mercato", ma almeno conserva intatta la consapevolezza che quel prezzo li per quel prodotto li in quel sistema li, è completamente perverso!

Non nascondere il sole con un dito, non pensarti BENEFATTORE DELL'UMANITA' solo perchè coltivi la tua terra ecologicamente e commerci prodotti-bio! La tua produzione biologica ad altissimo costo di emissione non è accessibile all'umanità in sè. Essa, di fatto, non è destinata a tutti ma a pochi: i più ricchi, cioè i meglio adattati alla jungla urbana, i più scaltri, i più abili e fortunati come gli eredi pii e naturali di precedenti cicli economici più prosperi (ad es. anni '80 italiani).

Lo saresti stato, un pò, benefattore dell'umanità, se avessi diffuso le tue medicine nel tessuto sociale gratis o anche in baratto ai bisognosi come ad un circolo di organico mutuo-aiuto locale, ma non sarebbe stato certo questo il modo più congruo per rimanere piantati con profitto dentro il sistema urbano, ciò che tu ardentemente desideri.

Se produci cibo per ricchi
toh guarda i casi della vita
diventerai un...


Produttore di cibo
per i Ricchi


Rassegnati, oh Nuova
Pars Massaricia Delocalizzata!


Non lavori per il mondo
ma per il il Tuo Signore
Non aiuti i poveri
ma soltanto te stesso
e, sinceramente,
neppure la gente normale
visto che oggi
se hai un pò di acume politico
potrai notare come il

CETO MEDIO
si stia dissolvendo
ogni giorno di più
ovunque
in tutto il mondo

«Che lavoro fai?».
Puoi rispondere così a te stesso: "produco cibo-per-ricchi", anche se poi dalle tua labbra uscirà una frase del tipo: «coltivo la terra con metodi rispettosi dell'ambiente traendone prodotti che condivido amorevolmente col mercato nazionale ed internazionale perchè in permacultura - diceva Holmgren - si "lavora con" (il sistema) e non "contro"».
Traducendo la supercazzola: "aiuti una parte dell'umanità, quella più ricca, ad avere più tempo, salute e vita rispetto all'altra, più povera".

Ma tu non ti rassegni a credere che l'intero lavoro di una vita, assegnatoti dal buon vecchio City System, sia proprio questo, e allora ti ripeti come un mantra:

"Devono essere i poveri a diventare ricchi, non i ricchi a diventare poveri!".

E allora perdonami, poichè dovremo dolorosamente estirpare dalla tua coscienza pure questa odiosa malerba.

Tu rammenti che i ricchi non sono malvagi per il solo fatto di essere ricchi. Anzi, i più ricchi tra i ricchi coniano persino monete attraverso banche private (ad es. BCE) che generosamente poi dispensano al mondo assumendo lavoratori-senza-moneta per tutte le proprie imprese. Lirica, oreficeria, alta moda e tanto altro sono stati nei secoli circuiti di lavoro alimentati, se ci pensiamo bene, soltanto dalla classe ricca, che come una musa ha mosso e stimolato i poveri "a migliorarsi", ovvero a diventare più ricchi, più economicamente "intraprendenti", più scaltri, più forti.

Tutto ciò è meraviglioso, e giustifica lo slogan:

"Devono essere i poveri a diventare ricchi, non i ricchi a diventare poveri!".

Ma se fossero tutti ricchi come tu misericordiosamente ti auspichi... rifletti! Come potrebbe il sistema evidenziare il fatto che il mondo produce pochissimo olio di borraggine (benchè assolutamente benefico) allorquando vi sia organica carenza o inefficienza dei primi mezzi di produzione (manodopera, terra, piante, capitali di investimento/assunzione)?
Rifletti!
Saranno pure tutti ricchi, in questo tuo mondo ideale, ma alle suddette condizioni la soluzione al dilemma di cui sopra resterebbe la medesima di sempre: di tal benedetto olio bisognerà alzarne il prezzo! Riapparirebbe nel mondo B quel bruttissimo difetto alla EQUA REDISTRIBUZIONE delle risorse tipico del più povero mondo A, dove solo una ristretta aristocrazia accede al miglior cibo bio e alle più efficaci bio-cure.
Non è dunque vero che i poveri dovrebbero diventare ricchi per risolvere tutti i problemi di scarsità presenti a questo mondo. E' invece vero che tutti i poveri dovrebbero produrre qualcosa di autenticamente utile per la comunità (innanzitutto locale!) per risolvere tutti i problemi di scarsità (alimentare prima, energetica poi, manifatturiera in seguito) presenti a questo mondo.
Pertanto, se tu permacultore vuoi essere un vero AIUTANTE DELL'UMANITA' e non solo permacoltore o ennesima volpe dalla coda verde, CONDIVIDI IL TUO METODO DI PRODUZIONE COI POVERI, GRATUITAMENTE. Se possiedi eredità immense conquistate col sudore non tuo ma dei tuoi avi, condividile organicamente con la tua comunità di bisognosi nel rispetto dei diritti di una manodopera che non dovrà essere usa-e-getta.
Se gli organici Mezzi di Produzione (la terra, le persone, la moneta) vengono correttamente socializzati e non sordidamente privatizzati, la produzione di certo aumenterà!
E allora sai cosa accadrà? I prezzi scenderanno!
Anche dell'olio di ogliastra! Allora, in tutti i mondi possibili - a causa della universale legge della domanda e della offerta ("più il bene circola in quantità più il venditore deve abbassarne il prezzo per attirare clienti") - i prodotti bio saranno effettivamente accessibili a tutti, e non solo a pochi privilegiati.

Oh no, sento nella tua mente sibilare un'altra obiezione, in verità fin dall'inizio della nostra conversazione, poichè di comune ripetizione. L'osservazione è la seguente: "Tutti possono acquistare la mia rarissima e buonissima marmellata di 25€ a barattolo, perchè chi ha meno soldi può acquistarne di meno e... la fa valere di più! La permacultura infatti è anche parsimonia e "rispetto", ed un prodotto prezioso lo usi con più amore e attenzione! Ciò è altamente educante!".

Risponderò a questa terza romantica biofavola con un'altra favola, quella del tale che per far valere il sale acquistato a peso d'oro (era sale rosso di Marte) preparava insalate abbastanza insipide.
Poi prendeva il miele lunare, e con quello faceva dolci poco dolci, sciatti, per risparmiare!
Infine invitava amici per le feste, e per dar loro il prezioso cibo delle fate, costosissimo, serviva porzioni da uccellini.
Risultato. Tutti scontenti dal primo piatto fino al dessert, se ne scapparono affamati ognuno a casa propria senza neppure aspettare il famoso caffè dell'albero dei miracoli.

Fuor di metafora... è più giusto mangiare quanto serve, che quanto serve al portafoglio.