La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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"Qualcosa di più"

di A. Francesco Papa

Il mondo è vario, e vasto.

Più è abitato, più è “open”, più i codici genetici circolano e si mescolano tra loro, generando una grande... unica società indifferenziata come anche, di quando in quando, risultati ibridi, curiosi, originali.

Uno di questi chiese “qualcosa di più” al suo rapporto di coppia, giacchè la donna, imprudente, era rimasta incinta da un tale con il quale non immaginava proprio una vita insieme.

Innamorandosi di un coinquilino, gay, pensò di riscrivere le regole della tradizionale “famiglia”, invitando quest’ultimo a prendere parte alla relazione di genitorialità, pur senza coinvolgimento sessuale! Ambedue, pur “genitori”, rimanevano liberi di copulare con chi volessero...

In un’altra parte del mondo un’altra donna – manager di successo che a 38 anni aveva ricorso alla banca dello sperma per divenire madre di 2 bei bambini - scopre la necessità di una domestica H24, e la trova in un uomo assolutamente capace di prendersi cura della casa e della “famiglia”. Fungerà indirettamente da Figura Maschile, non-paterna ma ugualmente importante nella quotidianità dei bimbi.

Le 2 donne scoprono perciò il bisogno di “qualcosa di più” di un MARITO CLASSICO, o forse… qualcosa di meno!
Non le giudicheremo per questo, ma eviteremo di rinchiuderle nel pregevole recinto della Tradizione, da esse e da noi tutti percepita come manchevole in qualche punto.
Tuttavia…

Quale epilogo decise la Tradizionale Vita
per queste 2 forme molto eccentriche
di vita familiare?

Nel primo caso, la donna scoprirà, in lacrime, che l’amico gay non puo' rimanere in casa con lei ad allevare il bebè, nonostante l’amico avesse detto “Si” a questa “nuova famiglia” e stramba “paternità”, priva di rapporti sessuali con la “consorte”. La ragazza scopre infatti il bisogno della esclusività dei rapporti, e l’amico, in lacrime, viene sbattuto fuori di casa.

Dopo qualche anno, ognuno avrà trovato la propria felicità con un proprio partner in un proprio appartamento, e rideranno spesso insieme davanti a un buon caffè al bar dopo la recita della figlia a scuola.

Dall’altra parte del pianeta, la donna vede che il domestico è talmente efficiente come “mammo”, da innamorarsene. Prima di lei… se ne innamoranno i figli! La vicenda si conclude con il matrimonio con l’inserviente, che da convivente diventa classico “marito”.

...e tutti vissero felici e contenti...

Una Tradizione è tale ed è forte perché “vince sempre”, e vince sempre perché è la soluzione collaudata da secoli di esperienze pubbliche e private, confluite ne “I Dogmi” de “La Vita”!

In questo caso, ha vinto in entrambi i casi il modello “io-tu-figli-cane-e-gatto”.

Ora però anche a noi in permacultura oggi interessa “qualcosa di più” dei tradizionali rapporti familiari, pur senza sapere esattamente cosa!

Non essendo nato nulla nella società corrispettivamente alla nostra nuova intonsa, cruda aspirazione neorurale e neoumanitaria, facilmente essa viene ricondotta alle strutture d’ordine pre-esistenti, ma non dovremmo gettarci in esse a corpo perduto, rassegnati!

Se siamo molti, se siamo in rete, a tavolino possiamo pensare a qualcosa di nuovo, ad una “Nuova Famiglia”, più ampia, più bella, più aperta, e collaudarla.

Il C.E.R.E.L

Il C.E.R.E.L è un luogo fatto di terra, simile ad un condominio, ma posizionato in apertissima campagna. Qui trovano stabile dimora almeno e non più di 6-91 amici.

Poichè è fondato sulla permacultura organica, i rapporti interni a questo nuovo condominio si modellano in maniera “ecologica” e “para-occidentale”, ovvero le stanze (singole o di coppia) sono separate dalle altre ed ognuna è dotata di un bagno privato, ma LA CUCINA È COMUNE, comune è anche il salotto, la biblioteca, gli uffici/officina, la cantina, la dispensa, il magazzino e le colture necessarie per l’autoussistenza (che diventa autosufficienza2 se si stabilirà una ricca rete di relazioni con altri C.E.R.E.L).

La vita all’aria aperta, gli spazi ben divisi ed un Progetto Solidale volto alla manutenzione fisica ed economica dell’ecocentro comune, potrebbero decomprimere molte istanze d’aggressività che in un appartamento in città, fra coinquilini, spesso affiorano nonostante qualunque buona educazione, lasciandoli tramortiti3.

In un C.E.R.E.L sarà possibile fare insieme molte cose, e questo fare/progettare insieme avvicina le persone senza fare sesso. Poichè i cerelicoltori, nel tempo, si autoselezionano reciprocamente secondo rapporti di simpatia ed ogni cerel dentro la rete di cerel è una “gabbia aperta”, dopo qualche anno di migrazioni spontanee si assesterà in quel luogo in quella terra una comunità certa, forte, collaudata.

Se nel caso 1 sopra in esame, la donna voleva così bene all’amico gay da volerlo introdurre a tutti i costi nella propria famiglia, ma poi dovette desistere – e nel caso 2 la madre non aveva alcun bisogno di accompagnarsi ad un maschio, ma poi dovette desistere per il bene dei propri figli o per la paura della solitudine e di essere un giorno indicata da tutti come “vecchia zitella”, la formula C.E.R.E.L risponde meglio ad entrambi i desideri di apertura comunitaria, liberandoci dall’urgenza di cedere allo schema pre-confezionato e sottovuoto della Tradizionale Famiglia.

In un cerel il Progetto Comune che salda le anime non è “Fare una Famiglia” bensì fare “Società Organica”, ovvero creare e coltivare rapporti con la comunità locale e la metropoli più vicina, attraverso corsi, volontariato, baratto/commercio di prodotti autoprodotti, conferenze aperte, BdT e certamente anche attraverso classici impieghi in città.

La socialità delle cellule in permacultura organica è più larga, più plurale, più estro-versa di quella raggiungibile nel City System con una normale coppia-famiglia!

Per rispondere alle nuove e nuovissime istanze spirituali della Nuova Terra e della Nuova Umanità ovunque affiorante, occorre ristrutturare la concezione occidentale del quotidiano Vivere Insieme”, dando ad essa “qualcosa di più”.


1 3-5 ettari di di terreno di media qualità sono nei casi più comuni sufficienti a sostenere le esigenze primarie, organiche, di questo numero di persone.

2 Una comunità si dice in autosussistenza quando ricava frutta e verdure sufficienti per una soddisfazione minima, di base, in una casa energeticamente passiva in un ecosistema energeticamente attivo e funzionale ad essa.
La dichiariamo “autosufficiente“ quando – a prezzo di costo, se non gratis - riceve da una Rete di Comunità Primarie connessa ad essa, pane e formaggi, miele e salumi, mobili e tessuti, legname e medicamenti erboristici, servizi culturali, competenze ed organica assistenza circa esigenze più sofisticate.

3 Si litigherà un giorno si e uno no o si tenderà ad evitarsi reciprocamente o a confinarsi nella propria stanza pur dentro la medesima casa, se i soggetti coinvolti nel rapporto di convivenza non sono organicamente simili.
Qualora invece congeneri ed emotivamente affiatati, subito ci si “fidanza”, per lasciarsi qualche tempo dopo. Ci si scoprirà “amici”, ma a questo punto la convivenza diventa troppo difficile e dolorosa. Il sesso nella cultura occidentale è infatti il “gioco” che meglio di tutti soddisfa l’intimo bisogno di “comunione” con enti terzi, e tardano ad arrivare soluzioni intermedie. Neppure il lavoro sovente fornisce appagamento e profondo senso d’unione con la matrice sociale di appartenenza.

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"Qualcosa di più"

Il mondo è vario, e vasto.

Più è abitato, più è “open”, più i codici genetici circolano e si mescolano tra loro, generando una grande... unica società indifferenziata come anche, di quando in quando, risultati ibridi, curiosi, originali.

Uno di questi chiese “qualcosa di più” al suo rapporto di coppia, giacchè la donna, imprudente, era rimasta incinta da un tale con il quale non immaginava proprio una vita insieme.

Innamorandosi di un coinquilino, gay, pensò di riscrivere le regole della tradizionale “famiglia”, invitando quest’ultimo a prendere parte alla relazione di genitorialità, pur senza coinvolgimento sessuale! Ambedue, pur “genitori”, rimanevano liberi di copulare con chi volessero...

In un’altra parte del mondo un’altra donna – manager di successo che a 38 anni aveva ricorso alla banca dello sperma per divenire madre di 2 bei bambini - scopre la necessità di una domestica H24, e la trova in un uomo assolutamente capace di prendersi cura della casa e della “famiglia”. Fungerà indirettamente da Figura Maschile, non-paterna ma ugualmente importante nella quotidianità dei bimbi.

Le 2 donne scoprono perciò il bisogno di “qualcosa di più” di un MARITO CLASSICO, o forse… qualcosa di meno!
Non le giudicheremo per questo, ma eviteremo di rinchiuderle nel pregevole recinto della Tradizione, da esse e da noi tutti percepita come manchevole in qualche punto.
Tuttavia…

Quale epilogo decise la Tradizionale Vita
per queste 2 forme molto eccentriche
di vita familiare?

Nel primo caso, la donna scoprirà, in lacrime, che l’amico gay non puo' rimanere in casa con lei ad allevare il bebè, nonostante l’amico avesse detto “Si” a questa “nuova famiglia” e stramba “paternità”, priva di rapporti sessuali con la “consorte”. La ragazza scopre infatti il bisogno della esclusività dei rapporti, e l’amico, in lacrime, viene sbattuto fuori di casa.

Dopo qualche anno, ognuno avrà trovato la propria felicità con un proprio partner in un proprio appartamento, e rideranno spesso insieme davanti a un buon caffè al bar dopo la recita della figlia a scuola.

Dall’altra parte del pianeta, la donna vede che il domestico è talmente efficiente come “mammo”, da innamorarsene. Prima di lei… se ne innamoranno i figli! La vicenda si conclude con il matrimonio con l’inserviente, che da convivente diventa classico “marito”.

...e tutti vissero felici e contenti...

Una Tradizione è tale ed è forte perché “vince sempre”, e vince sempre perché è la soluzione collaudata da secoli di esperienze pubbliche e private, confluite ne “I Dogmi” de “La Vita”!

In questo caso, ha vinto in entrambi i casi il modello “io-tu-figli-cane-e-gatto”.

Ora però anche a noi in permacultura oggi interessa “qualcosa di più” dei tradizionali rapporti familiari, pur senza sapere esattamente cosa!

Non essendo nato nulla nella società corrispettivamente alla nostra nuova intonsa, cruda aspirazione neorurale e neoumanitaria, facilmente essa viene ricondotta alle strutture d’ordine pre-esistenti, ma non dovremmo gettarci in esse a corpo perduto, rassegnati!

Se siamo molti, se siamo in rete, a tavolino possiamo pensare a qualcosa di nuovo, ad una “Nuova Famiglia”, più ampia, più bella, più aperta, e collaudarla.

Il C.E.R.E.L

Il C.E.R.E.L è un luogo fatto di terra, simile ad un condominio, ma posizionato in apertissima campagna. Qui trovano stabile dimora almeno e non più di 6-91 amici.

Poichè è fondato sulla permacultura organica, i rapporti interni a questo nuovo condominio si modellano in maniera “ecologica” e “para-occidentale”, ovvero le stanze (singole o di coppia) sono separate dalle altre ed ognuna è dotata di un bagno privato, ma LA CUCINA È COMUNE, comune è anche il salotto, la biblioteca, gli uffici/officina, la cantina, la dispensa, il magazzino e le colture necessarie per l’autoussistenza (che diventa autosufficienza2 se si stabilirà una ricca rete di relazioni con altri C.E.R.E.L).

La vita all’aria aperta, gli spazi ben divisi ed un Progetto Solidale volto alla manutenzione fisica ed economica dell’ecocentro comune, potrebbero decomprimere molte istanze d’aggressività che in un appartamento in città, fra coinquilini, spesso affiorano nonostante qualunque buona educazione, lasciandoli tramortiti3.

In un C.E.R.E.L sarà possibile fare insieme molte cose, e questo fare/progettare insieme avvicina le persone senza fare sesso. Poichè i cerelicoltori, nel tempo, si autoselezionano reciprocamente secondo rapporti di simpatia ed ogni cerel dentro la rete di cerel è una “gabbia aperta”, dopo qualche anno di migrazioni spontanee si assesterà in quel luogo in quella terra una comunità certa, forte, collaudata.

Se nel caso 1 sopra in esame, la donna voleva così bene all’amico gay da volerlo introdurre a tutti i costi nella propria famiglia, ma poi dovette desistere – e nel caso 2 la madre non aveva alcun bisogno di accompagnarsi ad un maschio, ma poi dovette desistere per il bene dei propri figli o per la paura della solitudine e di essere un giorno indicata da tutti come “vecchia zitella”, la formula C.E.R.E.L risponde meglio ad entrambi i desideri di apertura comunitaria, liberandoci dall’urgenza di cedere allo schema pre-confezionato e sottovuoto della Tradizionale Famiglia.

In un cerel il Progetto Comune che salda le anime non è “Fare una Famiglia” bensì fare “Società Organica”, ovvero creare e coltivare rapporti con la comunità locale e la metropoli più vicina, attraverso corsi, volontariato, baratto/commercio di prodotti autoprodotti, conferenze aperte, BdT e certamente anche attraverso classici impieghi in città.

La socialità delle cellule in permacultura organica è più larga, più plurale, più estro-versa di quella raggiungibile nel City System con una normale coppia-famiglia!

Per rispondere alle nuove e nuovissime istanze spirituali della Nuova Terra e della Nuova Umanità ovunque affiorante, occorre ristrutturare la concezione occidentale del quotidiano Vivere Insieme”, dando ad essa “qualcosa di più”.


1 3-5 ettari di di terreno di media qualità sono nei casi più comuni sufficienti a sostenere le esigenze primarie, organiche, di questo numero di persone.

2 Una comunità si dice in autosussistenza quando ricava frutta e verdure sufficienti per una soddisfazione minima, di base, in una casa energeticamente passiva in un ecosistema energeticamente attivo e funzionale ad essa.
La dichiariamo “autosufficiente“ quando – a prezzo di costo, se non gratis - riceve da una Rete di Comunità Primarie connessa ad essa, pane e formaggi, miele e salumi, mobili e tessuti, legname e medicamenti erboristici, servizi culturali, competenze ed organica assistenza circa esigenze più sofisticate.

3 Si litigherà un giorno si e uno no o si tenderà ad evitarsi reciprocamente o a confinarsi nella propria stanza pur dentro la medesima casa, se i soggetti coinvolti nel rapporto di convivenza non sono organicamente simili.
Qualora invece congeneri ed emotivamente affiatati, subito ci si “fidanza”, per lasciarsi qualche tempo dopo. Ci si scoprirà “amici”, ma a questo punto la convivenza diventa troppo difficile e dolorosa. Il sesso nella cultura occidentale è infatti il “gioco” che meglio di tutti soddisfa l’intimo bisogno di “comunione” con enti terzi, e tardano ad arrivare soluzioni intermedie. Neppure il lavoro sovente fornisce appagamento e profondo senso d’unione con la matrice sociale di appartenenza.