"In chaa Allah", acquapark per sole donne (islamiche)
Musulmani, immigrati e "integrazione a tutti i costi": considerazioni sul buon senso e l'ottavo principio della permacultura: "integra invece di separare"
La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...
Musulmani, immigrati e "integrazione a tutti i costi": considerazioni sul buon senso e l'ottavo principio della permacultura: "integra invece di separare"
Contro il ben più famoso SEGREGAZIONISMO (razziale), è sicuramente giunta l'ora di fare i conti con la tendenza socialmente inversa: il ben meno noto - ma non per questo ineffettivo - INTEGRAZIONISMO (razziale), fiorente corona della morente cultura occidentale.
Porteremo avanti queste riflessioni, facendoci aiutare da alcune nozioni di permacultura intesa come "cultura permanente per il mantenimento della terra", per il quale mantenimento, ovviamente, non basta il neoliberismo ovvero il NEUFEUDALESIMO alla moda di Bill Gates (il quale sta ornando il suo capitale di smisurati quantitativi di rozza terra...).
Iniziamo col dire, contro certi qualunquisti della permacultura, che l'ottavo principio della permacultura - "Integra invece di separare" - non nasce, come si legge in alcuni siti, per "adattarci alla realtà del declino energetico". Benchè la realtà del declino energetico sia importante, essa non è l'ossessione di ognuno dei 12 principi della permacultura.
Proseguiremo col dire che l'ottavo principio della permacultura, non viene elaborato da Holmgren per stabilire "relazioni simbiotiche" tra gli uomini, bensi soltanto "cooperative".
Le relazioni "simbiotiche", infatti, al contrario di quelle "mutualistiche", sono assai più PERVASIVE, poichè implicano una ristrutturazione quasi "chimica" delle nature individuali... scopriremo questa importante differenza fra simbiosi e mutualismo, consultando qualsiasi manuale di scienze naturali. E vedete, chi fra voi oggi è infelice a tal punto da voler diventare un "simbionte" del proprio fratello?
Nessuno. Piuttosto, però, la crisi sociale è oggi abbastanza grande da spingere tutti gli uomini-arcobaleno (ad es. le cosiddette "sardine") a voler "abbracciare un cinese" persino in odore di infezione, e nonostante i tentativi pandemici di farci diventare l'uno l'aguzzino dell'altro, proprio adesso, il potere non è riuscito e non riuscirà a cambiare uno sviluppo ormai acquisito della coscienza umana. La voglia di "abbracciare un cinese" riaffiorerà potente ad emergenza passata, a pace riconquistata.
L'umanità ormai aspira unanime ad una qualche forma non già di "simbiosi", ma di organica cooperazione con le attività - e non propriamente la Natura - del suo prossimo più prossimo.
La "bio-società" è dunque fisiologicamente orientata al MUTUALISMO.
La vicenda del primo "acquapark per sole donne musulmane", tuttavia, ci fa riflettere meglio sulle caratteristiche e i limiti di questo approccio.
Anche se la società occidentale volle, volle, fortissimamente volle "integrare e non separare" le donne musulmane entro se stessa, proprio a Limbiate, in provincia di Monza e Brianza, grazie a facebook ed ai social in generale, la minoranza musulmana trova la forza ed il coraggio di "separarsi dal resto", semplicemente perchè... era diversa dal resto ab origine.
La domanda che pare si siano fatti i musulmani pare dunque essere la seguente:
Perchè integrarsi a tutti i costi?
E poi:
Perchè dimenticare la nostra natura,
la nostra cultura, la nostra storia,
soltanto per il fatto che
costoro ci hanno assunto
nelle loro aziende?
Questo speciale acquapark assume la forma di una FESTA SPECIALE in un luogo speciale ove celebrare una propria specialità: la propria cultura originaria, che agli occidentali ofeliani appare SEGREGAZIONISTA e quindi degna di persecuzione legale - come accadde ai cristiani dei primi 4 secoli - baditi pure dalle cariche amministrative, e ai novax - baditi pure dal lavoro - insomma, perchè in queste "feste" possono entrare pure «le bambine fino ai nove anni che, in questo modo, vengono indottrinate prematuramente e in modo subdolo, anche attraverso un’occasione di svago, alla segregazione e alla sottomissione», dichiara un solone della politica.
“Nella volontà di Allah”, questo è quello che significa "In chaa Allah", il primo acquapark per sole donne (islamiche), dove le telecamere sono vietate perchè sarebbero monitorate da uomini... che non sono i propri mariti.
La cultura televisiva dei poveri paesi euro-atlantici, parla tanto di immigrazione, di integrazione, di tolleranza. Ma tollerare davvero una religione (diversa da quella a tinte rosa e fucsia di Papa Francesco), sembra inaccettabile. Sbotta la paladina della giustizia: «non possiamo più accettare l’alibi della discriminazione e dell’integrazione difficile, quando sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con i nostri, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente».
Allora desidero opporre qualche elemento di perma-cultura, ovvero di "cultura permanente (e non impermanente), per il mantenimento (prospero e pacifico) della terra (e non di una sola nazione)".
La "Comunità Forte" o il "Sistema Integrato", devono essere raggiunti non per se stessi... ma QUANDO e SE lo richiedono TUTTE le parti del sistema. Quasi all'unanimità o "sociocraticamente". Altrimenti avremmo un BIOFASCISMO per il quale, in nome della Vita, perseguiterai (completamente soddisfatto) le unità della Vita che implorano di esprimersi a proprio modo e non a modo tuo.
La solita noiosa melassa permaculturale sull' "Accetta il Feedback" non si applica solo agli antipatici insetti predatori dell'orto e del frutteto, ma garantisce che ogni nicchia socio-culturale sia effettivamente tutelata dalle aggressioni delle altre parti del sistema, le quali aggressioni... sono del tutto naturali. Quindi prevedibili. Quindi tamponabili.
Naturalmente, l'unanimità che sola legittima davvero il "GLOBO UNICO" e perciò il "GOVERNO MONDIALE" è pressocchè impossibile da raggiungere, ed è precisamente per questo motivo che è necessario "separarsi" ovvero dividere la società in "nicchie" in ognuna delle quali una UNANIMITA' LOCALE (cioè la "Sociocrazia") possa essere raggiunta ed espletata, assai probabilmente nella insoddisfazione della "comunità globale", eppure sempre nella piena soddisfazione di quella locale.
Ma ora dimmi:
tu dove vivi in questo momento?
Nella "comunità globale",
o nella tua comunità
LOCALE?
Una semplicistica "separazione" dal resto del gruppo non è di "default" una cosa malvagia, e potrebbe essere proprio quello che serve a te o al tuo gruppo, per raggiungere un maggiore gradiente di felicità interna.
Per ottenere la produzione massima da ogni relazione, ogni parte deve sentirsi a proprio agio, sicura e protetta - felice, non infelice, insicura, ricattata, pressata e perseguitata.
Nessun "incastro" è permaculturalmente desiderabile, se è forzato.
L'ottavo principio di Holmegren - "Integra invece di separare" - pertanto, malamente interpretato, potrebbe effettivamente fondare nonchè giustificare una assimilazione totale e totalitaria dell'altro, diverso da te medesimo, e purtroppo ciò è verso cui certa cultura raziofascista oggi si dirige, anche nelle vesti di certa illuminata "permacultura"!
Per dissuadere una cattiva interpretazione dell'ottavo principio della permacultura, si accosta il 16mo principio della permacultura ORGANICA, il quale recita "Io Integro e Segrego" e al quale si accosta la seguente spiegazione:
In natura, come in politica ed economia, la "segregazione" produce esiti positivi tanto quanto la "integrazione" allorquando CREA E/O MANTIENE IL MARGINE, ovvero la differenza contestuale - culturale e/o ambientale, ovvero la biodiversità.
Occorre integrare e ridurre a poche le funzioni ridondanti di una comune e non eccessivamente vasta sfera abitativa/esperienziale, mantenendo intatta e anzi salvaguardando l'originale e genuina espressione dei diversi prototipi di personalità, di culture, ambienti, tradizioni e libere comunità locali.
La monocultura, proprio come la monocoltura, in pochi casi è un bene.