La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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Una nuova figura antropologica: il BIGOTTO SANITARIO o "Bigottus Sanitatis"

di A. Francesco Papa

Il virus ha prodotto in Italia e probabilmente anche altrove nel mondo, una nuova essenza antropologica: il "bigotto sanitario" o "Bigottus Sanitatis", martire pio e coscienzioso della nuova scienza igienica universale.
Dopo il classico, medievale ed ormai superato BIGOTTISMO RELIGIOSO (fondamentalismo islamico, cristiano, buddista, hippy etc), ed il BIGOTTISMO DELLA RAZIONALITA', fondamentalismo ateo della settecentesca Età dei Lumi, ragionevole persecutore di tutti i cuori, di tutte le emotività, di tutte le spiritualità incomprese ed incomprensibili, ecco che la modernità sforna adesso il suo ultimo più avanzato modello di essere umano, assolutamente... veramente "pulito".
"Sanificato", salvato.

Ma andiamo per gradi.

Nella tradizione il bigotto è colui che nel segreto pensa: "IO SONO MEGLIO DI TE PERCHÉ GODO DI MENO".
Il Bigottus Religiosus voleva dunque privarsi di qualunque piacere per piacere a Dio. E come il Bigottus Scientorum si strappa il cuore con le sue proprie mani per consegnarlo a madre SCIENZA, allo stesso modo il Bigottus Sanitatis vuole assolutamente vuole godere di meno per salvare col suo sacrifico il mondo intero. Si tratta di persone che, animate dal sacro furore di essere nel pulito, predicano il sacro rispetto delle regole anti-contagio. Perseguono questo fine e perseguitano chi non lo fa.
Come i bigotti del tempo passato, anche questi italiani zelanti si ritengono moralmente superiori. È fondamentale, per il bigotto, tracciare una linea invalicabile tra lui e il resto degli Italiani, sempre descritti con disprezzo e indignazione.
Lui o lei, ovviamente, ha adesso una sensibilità, una comprensione degli avvenimenti non indifferente, un rispetto per chi soffre, una volontà di fare del bene che gli altri sporchi peccatori non hanno. È sfortunato, poverino, deve vivere in un mondo di persone chiaramente non alla sua altezza!
Ah! Se fossero tutte devoti all'IGIENE UNIVERSALE come lo è lui! Quante più persone si salverebbero dall'apocalisse ormai imminente!
Ma sfortunatamente deve coabitare con il resto del paese!
Ed allora urge il suo apostolato.

Il bigotto dei tempi passati, come ci insegna la Treccani, è una persona “che mostra zelo esagerato più nelle pratiche esterne che nello spirito della religione, osservando con ostentazione e pignoleria tutte le regole del culto”. Il nuovo bigotto sanitario è identico solo che, al posto della religione, ha scelto come testo sacro il DCPM del 26 Aprile sul Covid19.
Se sei governatore come ad es. Nello Musumeci, lo applicherai anche quando ne decade l'autorità amministrativa, perchè nessuna religio prima accettata con nobile devozione può ammettere apostasia!

Il nuovo bigottismo, molto più contagioso del Coronavirus, si è diffuso a macchia d’olio in tutti gli strati della popolazione, anche se ha infettato soprattutto quei fortunati che possono lavorare da casa e che perciò temono meno i rovesci economici dei provvedimenti di sanificazione universale.
Il nuovo bigotto non apre bocca per criticare le nuove regole igieniche, quali esse siano, lui parla solo per condannare coraggiosamente le persone che non si adattano alle giuste e pie restrizioni volute dalla Task Force della Carta Igienica Universale. E infatti fa sentire la sua voce, a volte dai balconi con grida indignate, a volte con cartelli ammonitori, più spesso con rapide invettive sui social network. Stranamente rifugge il dialogo diretto. Quasi sempre non accetta il dialogo, si mostra infastidito dall’esistenza corporea e potenzialmente sporca, "infettata", degli altri e, ancora di più dalle quelle parole ribelli che paiono loro evocare insistenti malvagi ricordi di "Libertà". Trova intollerabile che qualcuno metta in discussione il suo credo. Come il bigotto antico giudica severamente il peccato, ma ancora più duramente chi lo difende con argomentazioni pretestuose, così è qui. Il bigotto, infatti, si fida soltanto di fonti certificate, che lui seleziona in base alla evidente conformità con il suo credo.

Un sintomo diffuso del nuovo bigottismo è quello di bannare dalle proprie reti sociali chi non condivide le sue idee. Nei casi più gravi, il Bigottus Sanitatis smettere di rispondere a telefonate, email o messaggi di chi non è puro come lui; teme di essere contaminato dagli argomenti razionali di chi non è osservante come lui. "Dobbiamo difendere occhi e orecchie nostre e dei nostri fanciulli da certi spettacoli inverecondi!".

All’inizio il bigottismo, come tutte le malattie, manifesta sintomi leggeri ma il decorso consta di tre fasi ulteriori, più gravi: la paura fobica, l’invidia spirituale, la frustrazione infinita.
All’inizio, dicevamo, il nuovo bigotto è un fobico che vive le notizie sul virus con particolare apprensione. La paura lo spinge ad adottare scrupolosamente ogni regola preventiva. Fin qua, il bigottismo è asintomatico e, se si è fortunati, non degenera in forma acuta. Si rimane in una condizione di generale apprensione. Ma in molti, purtroppo, la combinazione di paura + limitazione della libertà sviluppa la fase cronica successiva! Dopo qualche settimana di prigionia domestica, il bigotto sanitario non soffre più per gli stolti limiti imposti alla propria libertà, ma comincia invero a provarne un sottile piacere: finalmente si sente nella condizione di poter dimostrare la sua superiorità morale agli altri! Questo è il primo inequivocabile segno di un tragico aggravarsi della patologia. Laddove gli altri si lamentano, lui sopporta con pazienza, diligenza e amore. Laddove gli altri protestano, indubbiamente per motivi poco edificanti, egli tace e obbedisce. Come Gesù dinanzi ad Anna, Caifa, Pilato. Sulla croce sublima la sua essenza. La metamorfosi di tutto il proprio essere, che si evolve verso la Sanificazione individuale ed universale, è ormai evidente.

A questo punto il soggetto è pronto ad accedere agli ultimi stadi della malattia: l’invidia e la frustrazione.
Il Bigottismo Sanitario, come quello medievale, si nutre dell’invidia che chi segue le regole prova per chi non le segue. Chiaramente c’è una ingiustizia, resa ancora più bruciante dal fatto che chi è meno virtuoso gode di più! Ed è proprio questa acre consapevolezza a creare in lui la Infinita Frustrazione!
Il Bigottus Sanitatis che volentieri adesso resta a casa, spia dalla sua finestra chiusa chi esce all’aperto incurante della sua paura e dei suoi ottimi desideri di purificazione ambientale, e dentro di sé prova rabbia, invidia e frustrazione che trovano sfogo soltanto nel formulare minacce apocalittiche ai passanti: "Vedrete che cosa succederà se continuerete così, ci faranno tornare tutti in casa per sempre, la quarantena diventerà permanente! Volete questo?". Il bigotto non riesce veramente a godere della propria autoinflitta penitenza e quindi augura in cuor suo, a chi non è come lui, castighi danteschi, scenari biblici e spettacolari esiti cinematografici, un giorno del giudizio non lontano dove finalmente i peccatori saranno puniti per la loro arrogante mancanza di igiene e di "cura per gli altri".
Oh, magari Nuovi Terminetor aiutassero l'uomo debole e incosciente a contenere il contagio, pulendo finalmente tutto, dentro e fuori, tramite nanosensori, microchip, app immaginifiche, braccialetti segnalatori, droni, vaccini 5D e chi più ne ha più ne metta!

Il bigotto loda pratiche purificatrici anche se igienicamente inutili, come la sanificazione delle strade; condanna comportamenti innocui, come le escursioni o i giochi dei bambini. Non ragiona, giudica. Non pensa, crede. Non vuole, obbedisce.

Come i flagellanti del medioevo, che infatti avevano introdotto pratiche di automortificazione, allo stesso modo il Bigottus Sanitatis dell'Età Contemporanea si punisce, si mette la mascherina anche quando guida, si lava le mani tra la camera da letto e la cucina, sostituisce l'amuchina all'acqua benedetta nelle chiese, non prega ma disinfetta, si propone di restare in casa ad oltranza, ben oltre le date chieste dal governo, si vieta contatti con amici e parenti anche dopo che la quarantena dovrebbe aver ridotto il rischio di contagio al di sotto di ogni soglia critica, indossa (l’ho visto più volte) molteplici mascherine anche per portare l’immondizia nel cassonetto sotto casa. Non sono pratiche sanitarie, sono esercizi spirituali, percorsi di purificazione, sacrifici umani.

Purtroppo il bigottismo, una volta raggiunta questa fase cronica, è irredimibile. Le persone contagiate continuano a perseguire e generare sempre più nuove, migliori misure limitanti la propria libertà, ma proprio questo aumenta la frustrazione interna nei confronti di tutti gli altri, che aumenta lo sdegno verbale, che aumenta la violenza persino fisica (secchi d'acqua ai liberi cittadini a passeggio per strada), che aumenta l'invivibilità della comunità locale e della vita in generale. Se prima della comparsa della malattia un tale era affetto da remota invidia per la libertà altrui, dopo il cronicizzarsi della patologia l'invidia cresce in una spirale di inebriante voluttà di mortificazione universale e al contempo di sommo fastidio per la pace, la serenità, la gioia altrui.

A nulla valgono gli appelli alla ragione di amici e conoscenti, inutile citare percentuali, statistiche e buon senso. Il martire delle Norme Igieniche Universali vuole assolutamente dimostrare che il proprio sacrificio è l’unica via per la salvezza mondiale o, come seconda opzione, che l'incuria e sconsideratezza altrui porteranno indubbiamente al disastro.
Lo abbiamo visto nei giorni della riapertura di Maggio, quando i Bigottus Sanitatis si stracciavano le vesti predicendo che il paese sarebbe stato presto colpito da una nuova ondata di morte e disperazione. E invece non è successo niente. Lo vediamo ogni giorno quando il minimo segno di gioia – come quei ragazzi che ballavano in strada (con mascherina e distanza sociale) – suscita sulle labbra dei benpensanti focose dichiarazioni di disapprovazione, richieste di repressione, giudizi morali, annunci della imminente apocalisse e, persino, invocazione di un asteroide che conduca tale umanità ribelle all’estinzione.

"L'umanità non vuole capire qual è il suo Vero Bene".

Ma un vero martire non si scompone più di tanto, perchè infine trova sempre conforto nelle parole del suo testo sacro, il Vangelo secondo Giuseppe Conte dove, all’art 1, comma F si legge “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente attività sportiva o attività motoria”.
In queste parole il nuovo bigotto si riconosce pienamente, le divulga per le strade allorquando possibile, e lieto intravvede il segno che il suo sacrificio personale non sarà vano. Col suo aiuto e il sostegno incondizionato all'Autorità Preposta che vuole il bene di tutti, il mondo sarà mondato dal virus.
Infatti il DCPM condanna lo spirito e non la materia, l’attività ludica ma non quella motoria, il ballo ma non l’attività ginnica, il piacere ma non la riproduzione.
Questo risulta straordinariamente affascinante e pregno di significato per il devoto igienista.
Per il suddetto DCPM il "movimento" è consentito, ma il gioco no!
Certo, è ovvio che un virus non distingue da un movimento fatto per gioco a un movimento identico fatto per esercitarsi, tuttavia il DPCM assolve finalmente ad una richiesta intrinseca, quasi atavica e mai pienamente realizzata del bigotto.
Il gioco è libertà, è gioia, e quindi va in qualche maniera probito!
"Ma il movimento no". Quello può restare pienamente legale.
Un Bigottus Sanitatis non potrà che lodare la profonda saggezza riposta nelle pieghe del DCPM 26 Aprile e ss.
Secondo la Treccani, infatti, un’attività ludica è qualcosa con “particolare riferimento all’aspetto libero e gioioso, svincolato per lo più da regole”. Il gioco è, per semplificare, la quintessenza della libertà, della spensieratezza, forse anche della felicità, le quali cose il bigotto ha da lungo tempo deciso di togliere dalla sua propria vita in nome di una presunta superiorità morale, e dalla vita altrui, senza però mai riuscirci pienamente, giacchè la legge, prima di adesso, non lo aiutava mai del tutto in tal senso.
La Legge è ora per lui fonte di incommesurabile Gioia, benchè, certo, soltanto intima e personale, nascosta.
"Sia fatta la Sua volontà", conclude fintamente rassegnato alle ripercussioni civili e penali che una
disobbedienza civile comporterebbe.Purtroppo l’unico vero vaccino efficace contro tutte e 3 le forme di bigottismo - religioso, scientifico e sanitario, è l'amore; un amore reale, vero, non spirituale ma pragmatico; ma esso non può essere inoculato in alcun modo!
Nella maggior parte dei soggetti colpiti, dunque, il bigottismo rimarrà larvato in forma silente e diromperà in pianti, grida, lamenti e perentori ordini di repressione ogni qual volta nel mondo ed intorno a sè il bigotto vedrà gioia e libertà fiorire potentemente, disordinatamente.