La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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"Compra italiano, compra locale"

di A. Francesco Papa

Globalismo o localismo? Centralizzare o decentralizzare? E' vero che la permacultura è apolitica? Storia di come la permacultura mi disse chi votare...


Una volta - da convinto uomo di sinistra qual'ero - ritenevo ridicolo ogni nazionalismo tendendo assai più per un nuovo e sgargiante cosmopolitismo multicolore.
Ritenevo la perdita dei confini nazionali e l'assorbimento delle culture particolari in un "minestrone" unico come Il Mercato Globale, evento buono e giusto per l'umanità, come l'inizio della pace universale e della concordia tra i popoli. D'altronde, percepivo già da tempo come odioso quello "Stato Nazionale" causa prima ed indiretta di tanto grigiore, tanto piattume, tanto squallore.
Serviva certamente una rivoluzione!

Dopo aver però visto l'iniziale germoglio di questa rivoluzione ed aver sentito che mandava cattivo odore ed aver intuito che in un mondo marcio e/o confuso alla radice qual'è purtroppo il nostro, l'unico cosmopolitismo possibile o prevalente sará o sarebbe quello di un impero globale guidato da 4 ricchi incistati in poche agenzie apolidi supernazionali, non ho potuto fare a meno di riconsiderare la vecchia tradizionale e alquanto logora nozione di "gloria alla bandiera".

La conversione a U è stata accelerata dalla conoscenza della permacultura, che privilegia straordinariamente IL MARGINE ovvero la biodiversitá e quindi "il LOCALE" sia come "antropologia locale" sia come "ecologia locale".
Non solo, la permacultura ama certo parlare di democrazia, tuttavia insegue focosamente la sociocrazia, che è una esaltazione della democrazia realizzabile soltanto presso gruppi umani di numero ristretto e di natura non troppo difforme come dovrebbero essere, per ovvie esigenze di serena e felice convivenza, le comunità intenzionali.

Traslata nel più "selvatico" contesto metropolitano, la permacultura dunque non può che difendere a oltranza le procedure democratiche per una RAPPRESENTANZA LOCALE FORTE e non debole, concreta e non astratta, particolare e non universale, perchè nei singoli e più piccoli elementi del sistema vive ed è presente la PERSONA UMANA, mentre tale presenza diventa via via più rarefatta nei meccanismi automatici di governance dall'alto. In effetti, come poteva l'impero romano o sovietico comprendere e soddisfare davvero gli organici bisogni delle sue molte province, dal Baltico all'Alaska, da Londra a Cartagine?
Così diversi erano quei popoli!

Un lontano parente non conosce il figlio come la madre, nè lo ama o avrà cura di lui in egual misura! Così è per la Nazione in rapporto al Popolo (o cultura locale) che essa è vocata a custodire. Come può un coacervo di "professionisti dell'economia" battersi veramente per salvare dalla bancarotta una cultura nazionale, se ricevono lo stipendio da ENTI TERZI APOLIDI ED ESTRANEI?
E dal mero regno della ipotesi accademica passiamo alla triste conferma nella realtà, con il CASO GRECIA, che piuttosto ingenuamente consegnò la sua propria Banca Centrale agli eurocrati...

Per questo motivo io oggi sono contro tutte le cabine di comando centrali localizzate in torri inaccessibili e/o nascoste. Sono contro ogni unionismo totalitarista e per la restaurazione di BANCHE E PARLAMENTI LOCALI DIRETTI DAL POPOLO SOVRANO attraverso procedure democratiche e giammai eterodiretti da enti privati "indipendenti" e sovranazionali attraverso procedure elettoralmente ibride, che come per dare un contentino alla massa affamata di "diritti", sono rappresentative soltanto alla lontana e debolmente della VOLONTA' LOCALE/NAZIONALE.

Se votare è l'unico minimo imput che ogni 5 anni posso dare al City System affinchè esso cambi, ebbene voteró (del resto mi costa solo 10 minuti), e voteró il Gruppo Sociale Organizzato (in altri tempi chiamato "partito") quanto più vicino alla Visione Sovranista o cmq quanto più criticamente distante dal GLOBALISMO AUTOMATICO.

Al momento, voterei Giorgia Meloni. La sinistra, del resto, non venera le "donne al potere" che dovrebbero essere migliori dei maschi solo per il fatto di essere femmine?
"Compra italiano, compra locale" è l'
ultimo spot della Giorgia, e conoscendo un pò la permacultura, credo proprio che anche la permacultura approverebbe!

La "vecchia tradizionale e alquanto logora nozione di gloria alla bandiera" recupera punti anche a seguito di alcune elementari lezioni di macroeconomia.

Quando ero di sinistra, ero disinteressato alle sorti del mio Stato di appartenenza in quanto sicuro che lo Stato Unico Globale che si stava già profilando ci avrebbe protetto tutti e meglio di tutti, perciò mi importava ben poco di quanto la mia "patria" guadagnasse dalle tasse!
Ma dopo aver contemplato la cessione della Banca Centrale ad un Ente Superiore Sovranazionale ed aver riflettuto sulle naturali conseguenze di ciò, quel "Compra italiano, compra locale" è in verità uno degli ultimi appigli contro lo sfacelo conclusivo dello Stato italiano, e quindi anche della mia società locale italiana.

Desidero spiegare accuratamente il punto, perchè è importante.

Tutto è connesso.

Se tu Stato hai una TUA Banca Centrale (BC), anche se i cittadini non pagano le tasse o ne pagano poche o le evadono, beh... sinceramente NON PUOI ANDARE IN BANCAROTTA solo per questo, perchè? Ma è semplice! Perchè una BC si dice "CENTRALE" appunto perchè CREA IL SIMBOLO MONETARIO DAL NULLA (in gergo tecnico si dice che è "prestatrice di ultima istanza"), pertanto può sempre ripagare i debiti pubblici nazionali ed internazionali stampando moneta ovvero svalutando la sua propria moneta. La moneta la crea lei! Lei che è BC che è "madre" naturale della sovranitá/autonomia di uno Stato (il "padre" è l'esercito). "Se tu usuraio internazionale hai credito con Me Stato e vuoi i tuoi soldi indietro perchè non ti fidi più di Me nè del mio Popolo, toh, non adirarti e non piangere, te ne stampo subito quanti ne vuoi e vattene!".

L'Italia ha proceduto sempre così e liquidando con un bel calcio sovrano i suoi occasionali avvoltoi, non è MAI andata in DEFAULT! Dal ben lontano 1861! E neppure durante due guerre mondiali!
L'inflazione... pur al 10% non fu mai per lei un tragico problema! Mai! Anzi, in macroeconomia si evidenzia semplicemente come ogni svalutazione monetaria finisca per stimolare la esportazione, poichè grazie alla svalutazione i prodotti all'estero vengono tradotti come più economici, meno costosi, e perciò si vendono meglio, soprattutto se di alta qualità com'è d'uso nella tradizione italiana!

Ordunque, se tu non hai una BC, il debito pubblico diventa terribilmente spaventoso, una orribile, perenne spada di Damocle: non puoi più bandire liberamente concorsi, assumere la manodopera in surplus del tuo popolo anche solo per pulire parchi o spiagge, non puoi finanziare la costruzione di ospedali nè strade, in poche parole non puoi spendere liberamente perchè I SOLDI NON LI CREI TU, NON SONO PIU' TUOI, sono proprietà di altri in quanto creati da altri! Perciò... se non recuperi soldi tutto il debito accumulato per finanziare quelle nobili cose, POTRESTI ANCHE NON RIFONDERLO MAI! Risultato?
Quello della Grecia: default e svendita di porti, ospedali, monumenti e persino isolette a ricconi privati e Stati stranieri. Col ricavato della svendita la povera Grecia ripagó le passivitá contratte coi creditori francesi e tedeschi, ma è bene ricordare che per estinguere i medesimi debiti una volta le sarebbe bastato scrivere frettolosamente numeri sul pc della BC, e non svendere i gioielli di famiglia! Peraltro anche la Grecia come l'Italia superó la seconda guerra mondiale SENZA ANDARE IN DEFAULT, mentre Eurolandia fu troppo per lei! Più insostenibile di una invasione hitleriana!

In questa situazione di organico "precariato" esistenziale, non solo lo Stato è costretto ad avere il braccino corto, ma per la prima volta nella sua storia è anche costretto da necessità fisiologiche e non solo pedagogico-redistributive, a succhiare disperatamente soldi dalle tasche dei suoi cittadini se non vuole andare in default!
In che maniera?
Con tasse e multe ovviamente!

E siamo giunti all'epilogo della nostra disamina.

Quel "Compra italiano, compra locale" non è vuota ed inutile gloria alla bandiera come lo fu per molti decenni. Oggi che l'Italia non ha più una vera BC, è un vero e proprio piano di salvezza nazionale!
Sempre, ovviamente, che tu ci tenga a salvare dalla bancarotta il tuo paese. In Eurolandia oggi più che mai questa è una IPOTESI ALTAMENTE PROBABILE, persino coadiuvata da regolamenti (ad es. accordi di Basilea) ed
istituti (ad es. mes) stilati ad hoc.