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Permacultura & MUTUO-AIUTI REPORT n.9 - SICILIA, Catania, aprile 2016

Il Gruppo di Mutuo-Aiuto questo mese ha voluto dare soccorso ad un'aspirante oasi in permacultura di qualche ettaro, a pochissimi kilometri dal centro urbano, dove una tupamara solitaria un tempo dedicavasi al suo orto solitario...

tratto dal libro
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M.P.B.M
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di A. Francesco Papa

circle

"Ognuno lava
almeno il suo piatto"

Questo mese il gruppo di mutuo-aiuto si è ricomposto a Catania, dopo i mesi di letargia invernale.
Trovandosi la casa dei miei genitori a Catania, anzichè dormire nel sacco a pelo in una tenda in giardino ho preferito dormire a casa dei miei e fare avanti indietro con l'autobus, ciò che non è stata una buonissima idea in quanto l'ultimo giorno, domenica, mi sono perso il "mercatino", iniziativa di cui sarebbe stato utile monitorare l'andamento, dopo l'insuccesso di qualche anno fa.
L'orto cittadino di Tupamaro3 non è nè un Orto Sociale (proprietà pubblica riadattata ad usi privati), nè un Orto Civico (proprietà privata riadattata ad usi pubblici), ma un semplice Orto Privato, in quanto purtroppo non ha finora attirato l'interesse dei permacultori catanesi, o almeno, un simpatetico coinvolgimento c'è, ma è soltanto teorico e pochissimamente pratico.
Il duro lavoro di città proibisce impegni costanti e faticosi altrove.
Così mentre alcuni blog parlano addirittura di 2.700 orti condivisi nella città di Bologna (e vi crederò soltanto quando li vedrò, uno per uno), qui a Catania non ne esiste neppure uno, per scelta anche politica.
L'orto di Tupamaro3 è in effetti un'esistenza imprevista, fortunata, casuale ed "erronea". E' un'esistenza protetta da un totem, il traliccio dell'alta tensione, che negli anni ha impedito agli speculatori di urbanizzare completamente l'area. Il piano regolatore prevede ora in essa una serie di lussuose ville, 1 hotel a 4 stelle, 1 parcheggio, strade ed 1 scuola. Attorno il pozzo artesiano, una rotonda.
Consta di ben 4 ettari, e sono 4 ettari di terreno edificabile a 5-10 minuti dal centro-città!
Per chi ne capisce un pò di affari, capirà quanto i legittimi proprietari siano disposti a sfregiarsi vicendevolmente il volto pur di mettere mano al "malloppo". In tale crisi, una Tupamaro3 prova a donare al tutto i suoi bianchi raggi, fatti di cura e permacultura.
Ecco i lavori che c'erano da fare in questo mutuo-aiuto:

  1. Realizzare un'area-camping, e quindi:

    - Montare una compost-toilet "LIGHT1".
    - Spianare piccole piazzole per le tende.
    - Sistemare lavabo provvisorio, cucina da campeggio e scolapiatti.

  2. Riconoscimento e inventario piante nell'orto e successiva pulizia dalle erbe di scarso interesse permaculturale.
  3. Ampliamento casa dei lombrichi.
  4. Impianto irrigazione per piccolo frutteto con posa di vasca per la raccolta e lo smistamento dell'acqua tirata su dal pozzo.
  5. Liberare mandorlo e aranci stritolati dall'edera.
  6. Sistemazione arnia, apine comprese.
  7. Realizzazione video su base musicale "Femmati e Talia".

 

L'idea dei coniugi Tupamaro4 & Tupamaro3, è di poter mantenere la vocazione agricola di questa terra in città, con piccoli obiettivi imprenditoriali che servano al suo autosostentamento ed alla prosperità locale.
Per i 2/3 giorni in cui sono stato presente, ho assistito alla pulizia di ampie aree, raccolte massive di mandarini (caduti a terra) e piccole potature.
Il riconoscimento delle erbe spontanee è stato effettutato il terzo giorno, grazie alla migrazione della solita valloniana (Alessandra), indispensabile in questi contesti.
Le apine con le arnie le ho trovate sistemate sin dal primo giorno, a mezzogiorno, grazie a Carlo che sperimenta qui l'inizio della sua carriera di apicoltore. Ne ho approfittato per farmi spiegare alcune cose sul mondo degli alveari, e l'informazione che qui sedimento, è che mantenere un'arnia costa in media 1 visita all'arnia 1 volta la settimana, tutte le settimane tutto l'anno.
Per gli sciami più produttivi - come quelli dell'ape nera sicula - 1 visita ogni 3 giorni.
Mentre Carlo parlava ho avuto sentore che l'apicoltura, come dopotutto l'orticoltura e tutta la giardinocoltura, conosciuti gli elementi fondamentali sia un affare meno gravoso di quel che sembra.
Carmelo di Siracusa, sbarcato il secondo giorno, si è occupato insieme a Daniele e qualche altro dell'apertura di una breccia sul muro, ed in 4 ore hanno provveduto alla costruzione di una scala a gradini larghi e comodi. Considerata la fessura che era prima, questo nuovo passaggio si configura come un'opera di mirabile fattura architettonica che da sola vale tutta la fatica per l'organizzazione di questo mutuo-aiuto.

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Mi spiace, al momento nessuna buona comunità ecologica ha richiesto uno spazio promozionale qui.

Toti Domina, grazie al suo decespugliatore, ha liberato molte aree dai rovi. Nei mutuo-aiuti, infatti, i mutuoaiutanti aiutano anche portando attrezzi propri, perchè non sempre un novello e piccolo agricultore possiede tutto quel che serve per far lavorare 30 persone riunite insieme! (ad es. guanti, rastrello, vanga, motosega, decespugliatore, falcetto, forbici etc etc, che possono essere più o meno facilmente trasportati in macchina).
La maggior parte dei lavori sono stati realizzati il secondo giorno, quando si è registrata una affluenza di circa 20 persone.
Invece il primo giorno è stato assai più moscio: non arrivavamo a 10 persone, da tutta la Sicilia! Questo ci fa capire che da solo facebook non riesce a riunire la gente, ma serve sempre un nucleo a parte di amici assortiti, che agendo insieme funga da catalizzatore del fermento sociale generato dal passaparola orale ed online.
Molto interessante è stata la compost-toilette NOMADE, pensata da Tupamaro3:

  1. Procurarsi un secchiello e rimuovere il fondo con un tagliabalze o altro. Otterremo così un cilindro senza basi.

  2. Scavare una buca profonda quanto il cilindro.

  3. Posizionare il cilindro nella buca.

  4. Posizionare sopra il cilindro un wc da campeggio (del costo di circa 30 euro). Rimuovere il secchiello fornito dentro al wc da campeggio!

  5. Posizionare sopra il wc da campeggio, una doccia da campeggio (anch'essa del costo di circa 30 euro).

  6. La doccia da campeggio ha un foro sulla volta. Posizionare un ombrello aperto dentro questo buco (per impedire che entri la pioggia).

  7. Posizionare ad un angolo del box-doccia, un bidone con la segatura2, il coperchio del bidone e una paletta per versare la segatura sopra la cacca (assorbirà l'umidità in eccesso, controllerà gli odori e impedirà alle mosche di deporvi le uova).

Come vedete, manca il bidè! Bisognerà sopperire con salviettine imbevute.3 Per questo motivo preferisco non fare mai la cacca in campeggio e neppure ai bar sull'autostrada!
Quando il secchio dentro il fosso sarà pieno, smontare tutto e ricostruire tutto sopra un'altro fosso, scavato da un'altra parte. Dopo 6 mesi di "stagionatura" la cacca (umana) nel fosso precedente sarà pronta per essere utilizzata come letame, cioè come nutrimento per le piante. Quindi, affiggere un cartello sul fosso appena abbandonato con su scritta la precisa data di "abbandono"!
In questi 2 giorni sono state derovizzate molte aree, ma bisogna dire che se qualcuno non vi coltiverà sopra qualcosa, i rovi torneranno a spuntare! E sarà necessario un nuovo mutuo-aiuto per fare lo stesso fastidioso lavoro!
L'anno scorso impiegai da solo qualche giorno per liberare il terreno dai rovi e dall'edera su una piccola area per piantarvi alcune aloe ed una lantana, anemoni e gladioli.
Dopo 1 anno di assenza, aloe e lantana sono state "mangiate" da nuovi rovi, nuova edera e da nuovi cardi alti e fioriti, cresciuti al posto dell'erbaccia di prima.
Mi pare perciò ovvio che anche questa derovizzazione di massa sarà inutile, se non piantumeremo quanto prima qualcosa in grado di sostituire l'erbaggio spontaneo, qui per lo più costituito da rovi, trifoglio giallo, malva, ortica, mercuriale e brancalupo.
Tutto quanto fatto sarà inutile, se una comunità non si prenderà cura di quella terra, e se Tupamaro3 rimarrà sola.
Tupamaro3 è una madre coi normali impegni domestici e relazionali di una madre. Il primo anno trasse da questo agrumeto totalmente abbandonato, una notevole produzione orticola, ma a discapito della cura della famiglia!
Compreso l'errore, ridusse la quantità di tempo investita nella cura di un orto che è e resterà distante da casa sua.
Dopo 5 anni di riflessione e attività anche presso un G.A.S catanese disposto a recepire la produzione del suo orto, Tupamaro3 avverte l'esigenza di trovare persone dagli interessi simili, non trovando in figli, generi, zii, nonni, cugini, suoceri e cognati, persone disposte a dedicare tempo a questo altro possibile "lavoro".
Il duro lavoro di città, infatti, proibisce impegni costanti e faticosi altrove.
Ma concludiamo con richiami meno tristi.
Il gruppo di mutuo-aiuto ragusano è tanto attivo quanto disattivo su facebook.
Esso ha costituito il cosiddetto "M.A.I. - Mutuo-Aiuto Ibleo", un sottogruppo che si mutuo-aiuta ogni 10 giorni circa4.
L'ala d'attacco del g.m.a ragusano è ovviamente formata dai valloniani, i 5 abitanti del Vallone delle Pezze, che incalzano con il proprio aiuto altre 3-4 coppie di agricultori ragusani, prima dispersi per conto proprio.
Ebbene, questa isolata esistenza anarchica ed apolitica, paradossalmente, pare sortire effetti di coagulazione sociale (sebbene soltanto con quelli della propria specie).
Sabato pomeriggio ho conosciuto a Catania i 5 componenti del "M.A.I.S. - Mutuo-Aiuto Ibleo-Siracusano" dei quali mi ha colpito la battuta di uno di essi: "Ma non possiamo vederci anche noi ogni 10 giorni come fanno nel M.A.I.?".

 

Le parole ammoniscono,
ma gli esempi trascinano!


E si discusse intorno al si e al no.
Vedremo.
Sabato sera, invece, un 28enne tornato a Palermo con la sua ragazza argentina dopo anni di vagabondaggio per il mondo a bordo di un camper, parlava davanti al fuoco col valloniano alfa, Ruben, di quello che accadeva al Vallone. La cosa è interessante perchè il ragazzo è in "via di formazione" avendo da pochissimo tempo acquistato 3 ettari a Palermo, 3 ettari, dunque, passibili di influenza ragusana a mezzo del mutuo-aiuto catanese generato dalla rete regionale.
In sintesi, pare si stia facendo a gara su chi mette al mondo la cosa più utile e più bella, ed incontrandosi e parlandone insieme, la foschia si dirada e le idee, certo, migliorano.
Vedremo.

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colomba
La colomba della pace vola di sito in sito. Aiutiamola a farle fare il giro del mondo portandola anche nel nostro spazio web!
Questa è arrivata qui MERCOLEDI' 15 MARZO 2017, alle ore 14:57 da www.toscanafantasy.com
NOTE A PIE' DI PAGINA

1 Una compost-toilet "LIGHT" si distingue da una "HEAVY" per il fatto che non prevede camera di compostaggio integrata (seminterrata), ma consta di semplice secchio da riempire e svuotare in una compostiera a parte. Mediamente 2 residenti riempiono un secchio da 35Lt in una settimana. Nota bene: la compostiera DELLA CACCA non può essere quella DELLA CUCINA (!), perchè generano processi chimici differenti.

2 Il falegname abitualmente produce segatura da legni verniciati e chimicamente trattati, quindi tossica! Invece la segatura "da compost-toilette" e da ecovillaggio in genere, è la segatura di scarto di un TORNITORE, che lavora sul grezzo e perciò produce materiale di scarto "puro".

3 Lo stesso principio, si può applicare in un vano chiuso come una casa, dotato di presa dell'acqua per il bidè, dove al posto del fosso+secchiello ci sarà un "cassetto" apribile dall'esterno e ciclicamente svuotabile. Per accelerare la decomposizione aggiungere al cassetto una miscela in polvere di speciali funghi microscopici utilizzati per igienizzare la lettiera dei cavalli nelle stalle.

4 I g.m.a regionali, invece, si aprono per tutti i siciliani 1 sola volta al mese.