La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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Ecovillaggio "FRITTO MISTO"

di A. Francesco Papa

«Un popolo non è composto da soli giovani, solo donne, solo vecchi o solo uomini... un popolo è composto da bambini, donne, uomini e anziani... chi vuole villaggi per soli vegani o solo giovani, o solo donne è in cerca di una setta religiosa non di un popolo in cammino verso orizzonti di libertà. Ripeto cerchiamo di non discriminare troppo nelle scelte con cui rapportarsi. Non vedo quali possano essere i problemi di convivenza tra etero e omossessuali, atei e credenti in un teismo, tra vegetariani e onnivori, tra giovani e anziani, tra donne e uomini. Rispettare sempre la libertà dell'altro deve essere la prima regola».

by Giancarlo Murgia

Il pensiero sincretico di Giancarlo rivegeta spesso tra gli ecovillagers.
Cerchiamo perciò di districarlo.

Che un popolo non sia composto da «soli giovani, solo donne, solo vecchi o solo uomini» ...beh, nulla da ridire; «un popolo è composto da bambini, donne, uomini e anziani», quindi un ecovillaggio non sarebbe un villaggio normale se ammettesse o solo donne, o solo uomini, o solo anziani (ospizi) o solo giovani (scolaresche).
Ma esisterebbero specifici problemi di convivenza per talune fattispecie umane. Del resto, non è affatto vero che ogni specie di pianta si consocia amabilmente con qualsiasi altra.
"Categorizzare" le persone non è bello, ma è precisamente quello che la natura fa quando seleziona gli elementi più adatti a un contesto generando ambienti con caratteristiche comuni, nicchie ed ecosistemi "chiusi", speciali, spettacolari in quanto unici e particolarissimi (ad es. savana, steppa, tundra, foresta tropicale, macchia mediterranea etc). La loro estrema originalità troverà poi naturale complemento coi sistemi centrati su porzioni di territorio sufficientementemente distanti ed "indipendenti".
Tutto ciò tradotto e sviluppato in senso antropologico, ci porta ad enunciare alcune osservazioni di base.

Osservazione n.1

Per un vegetariano o un vegano vivere in un ecovillaggio in cui vengono uccisi animali o che acquista giornalmente animali macellati non è facile da accettare... non tanto perché i vegan-vegetariani odiano gli esseri umani culturalmente distanti da loro o perchè non li rispettano, ma semplicemente perchè come ecovillagers avevano cercato circostanze più favorevoli per convertirsi a una dieta vegetariana o vegana o fruttariana etc... insomma, cercavano la convivenza o qualche forma di organica condivisione con gli altri per accelerare in loro stessi l'instaurarsi di un Nuovo Paradigma Vitale... vederlo da vicino, viverlo e diffonderlo come entità gruppale e non solo individuale, e pertanto a che servirebbe a loro stessi l'ecovillaggio, se non li aiutasse a crescere antropologicamente nella direzione auspicata?
Sentirsi soli e diversi in mezzo a tanti ogni mattina, a pranzo e a cena... farà loro del "bene"?
Se volevano svilupparsi da soli e si ritenevano in grado di poter raggiungere la vetta da soli, non era meglio rimanessero in un condominio urbano, dove il single, la coppia o la famiglia vivono senza dubbio isolati ma altrettanto vicini ai "vicini di casa", con i quali condividono intelligentemente gli impianti di riscaldamento, dell'acqua, della luce e del gas? Perchè hai cercato l'ecovillaggio, davvero?

Osservazione n.2

Come a un vegano può fare senso vedere carne sulla propria tavola tutti i giorni o quasi, sentirne l’odore in cucina, aprire il frigo e scoprirla lì fredda ed esangue su un ripiano, così a un ateo può dare fastidio vedere una croce o un simbolo della Chiesa "che tanto male ha fatto al mondo" sul petto di un "fratello" con cui fa colazione ogni mattina. Viceversa, un credente potrebbe provare fastidio per i tanti acerrimi nemici della Chiesa cattolica piacevolmente raccolti intorno a lui per mere questioni ecologiche ed autoproduttive. Pertanto, se uno parte alla ricerca di una situazione di vita alternativa, è logico se ne cerchi una che non lo metta in una situazione di DISAGIO proprio tutti i giorni...
Perciò è meglio distinguere gli ecovillaggi atei da quelli cristiani, e persino quelli cattolici praticanti da quelli cristiani-new-age. Noteremo infatti che esistono maggiori possibilità di solubilizzazione con atei-buddisti-animisti-pagani piuttosto che con atei-musulmani-ebrei-cattolici; ciò che normalmente fa la differenza è la sistematica del rito e la celebrazione: tanto più la spiritualità in questione esige un tributo pubblico e costante esente da vergogne, tanto più tale spiritualità finirà per distaccare e distaccarsi dalle altre, assumendo un volto proprio e avocando infine spazi e persone "proprie", sebbene all'inizio piccoli come un granellino di senape.

Osservazione n.3

«Bisogna vivere insieme a chi ha uno stile di vita che non compromette il nostro».
Questo è lapalissiano, ed è pure gravido di conseguenze.
Analizziamole.
Se sono eterosessuale con figli che mi auspico mai siano mai "distolti" dalla "giusta strada", convivere con uno o più omosessuali nascosti o manifesti, "alcolisti" o "drogati" anche solo labilmente, potrebbe generare alla lunga fastidi per "cattive influenze".
Persino la frequenza con altrettanti vigorosi eterossessuali ma particolarmente belli potrebbe portare gravi turbolenze nella coppia, che quando non particolarmente solida e devota... è meglio non cerchi l'ecovillaggio e "la comunità aperta".
Come nel caso del musulmano in mezzo ad una setta di miscredenti induisti, anche un omosessuale in mezzo a tanti eterosessuali orgogliosi e manifesti, potrebbe sentirsi amaramente solo, ciò che a lungo andare comprometterebbe la sua autostima. E come quando si avocava la complicità di un vegano per lenire il vegano costretto a vivere in mezzo a tanti "insensibili", così anche in questo caso potrebbe essere utile circondarsi di omosessuali e non tanto eterosessuali.
L'insegnamento conclusivo che possiamo trarre in merito a questa specifica osservazione, è che a nessuno piace imporre regole di comportamento etico, ed in effetti non è bene imporne perchè nessuno possiede la definizione ultima e definitiva di cosa sia "etico" e di cosa non lo sia, tuttavia I FONDATORI ESISTONO SEMPRE ED IN OGNI LUOGO.


Alle origini di una piccola o grande associazione di persone, esistono sempre 2-3 persone che, trovandosi o ritrovandosi, hanno "creato". Essi costituiscono i "filamenti di dna" attorno cui andranno "agganciandosi" le altre "molecole", e poichè questo coagulo originario non può non avere un carattere, una opinione, una personalità, una amalgama di scopi comuni, ebbene... la LEGGE DELLA SIMPATIA UNIVERSALE farà in modo che il nucleo cresca per "affinità".
Ordunque, l'asset-base (i 2-3 fondatori) possono stabilire scientemente le regole associative di accrescimento dendritico, scrivendo in statuto ad es. "i soci possono essere solo coppie eterosessuali", oppure "solo vegani", oppure "solo laureati in filosofia", oppure "solo indiani d'america" etc; ma anche se non ufficializzassero di fronte al notaio una tale cosa, ESSI RESTERANNO QUELLO CHE SONO, col loro particolarissimo carattere e "sensibilità" inalienabile!
Essa, pertanto, naturalmente - direttamente od indirettamente - taglierà le gambe a tutti coloro che avvicinandosi all'ecovillaggio si mostreranno difformi dal loro "spirito".
Non avranno creato nè scritto regole, sono anarchici! eppure... "sono".
Per quanto si voglia essere dolci, comprensivi, tolleranti e "neutri", la chimica della simpatia permane come un vincolo innato nelle menti e nella storia delle persone, e tale spirito, volenti o nolenti, consciamente o inconsciamente, prima o poi butterà fuori dall'ecovillaggio gli elementi girovaghi pescati nell'ambiente esterno suscettibili di compromettere il LORO stile di vita, forse non-scritto ma quotidianamente vissuto.
La comunità intenzionale si chiuderà dunque intorno ad una intenzione solida ma difficilmente captabile perchè non scritta da nessuna parte e non-manifesta: quella di tutelare a tutti i costi la serenità, il carattere ed i propositi del nucleo di persone su cui l'associazione si costruisce, QUALUNQUE SIA TALE CARATTERE (con pregi o difetti).

Ed è precisamente per questo motivo che al cas-statuto di cui si sostanzia la permacultura detta "organica", non interessa affatto utilizzare le sue pagine per dichiarare formalmente il carattere spirituale, l'ideale ecologico o la filosofia politica del gruppo di ecovillagers, bastandogli piuttosto anticipare modalità e tempi di annessione giuridica di un estraneo al fondo proprietario (stanza + terra), e di assistenza qualora invecchi o si ammali in ecovillaggio senza soldi sufficienti per essere mantenuto in ospizio.