La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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"Io non credo nelle associazioni!"

di A. Francesco Papa

...non credo alle associazioni e neppure ne conosco a cui affiderei qualcosa...

Sono stanco.
Il solipsismo danza senza controllo nella permacultura come la nebbia nella pianura padana, e come tutti i fenomeni naturali connaturati ad un ecosistema, forse è impossibile vincerlo!
Tuttavia lo si può combattere. Per diradare le nebbie, dopotutto, basta uno spicchio di sole.
Proviamoci.

Una forma organica di permacultura preferisce agire "in gruppo" ma non in branco. Produce comunità che sono più che mandrie, villaggi che sono più che feudi, attività che sono più che commerci.
Un giardino in permacultura è molto più che una coltura bio, ed una permacoltura non è una monocoltura, come la permacultura certamente non è una forma speciale di agricoltura.

Per tutelare la corretta interpretazione di una tal poderosa quantità di asserti, è facile sperare nell'illuminato di turno, tuttavia noi, provati discepoli della Storia, sappiamo che non lo troveremo, o che lo troveremo soltanto all'ultimo giorno dell'anno, vicino a un camino, vestito di rosso. Poi tornerà con la sua slitta all'estremo angolo dell'universo da cui è venuto.
Pertanto...

...come farai a mantenere salda la medesima giusta visione, nel corso dei secoli, dopo che tu guru sarai pietosamente morto?

La tua evoluta visione o "paradigma" della vita e del mondo può benissimo morire con te nel caso in cui tu abbia speso la tua vita lavorando in un ufficio del Comune (cioè in un progetto-di-terzi), ma nel caso in cui tu avessi invece COSTRUITO QUALCOSA DI CONCRETO SULLA TERRA - vivo indipendente e sovrano rispetto alla realtà circostante come una azienda, un marchio, una impresa, e persino una filosofia - si pone evidente il difficile problema della MANUTENZIONE DEI PRINCIPI che tu hai integrato, giorno dopo giorno, alla tua opera omnia, e la cui manifestazione fisica va corroborata adesso e nel tempo.
Ed ecco, se possiedi una azienda agricola o anche semplice terra che in potenza può sempre dare tetto-cibo agli umani, la disamina sui FUTURI valori di conduzione del tuo fondo, non è di poco conto, perchè non coinvolge te, quanto la futura generazione di umani bisognosi di tetto-cibo e tu, come proprietario assoluto di terra - così cullato e rispettato dalla cultura giuridica occidentale, sei di fatto responsabile anche di essi.

Del disuso o cattivo uso della terra di cui fosti un giorno sovrano, piangeranno lunghe stirpi di generazioni, se i tuoi figli e i figli dei tuoi figli sostituiranno i carrubi da te piantati con amore, con un inutile quanto redditizio campo da golf.

"Assumiti la tua responsabilità"
Oggi non domani!
Ora per domani!

Le associazioni si reggono sullo statuto e le persone.
Queste 2 gambe fanno le guideline di conduzione del fondo... di QUALSIASI fondo in oggetto allo statuto, sia esso una casa, un appezzamento agricolo, una fabbrica, una automobile, una quantità di soldi etc.
Se le persone fanno schifo e lo statuto è un manuale di filosofia, allora anche l'associazione farà schifo o si rivelerà inutile. Ma come puoi essere sicuro che le future persone che graviteranno intorno alla associazione da te fondata, faranno schifo?

Non ne puoi essere sicuro al 100%!

Vero è che potrebbero essere egoiste, come del resto anche 100 senatori potrebbero pervertirsi e cambiare lo Statuto della repubblica italiana dall'oggi al domani, ma non possiamo mai essere assolutamente sicuri della loro futura cattiveria o incompetenza.

permacultura associazione associazionismo

Come titolari di un immobile o di un capitale finanziario, attraverso uno statuto associativo possiamo altresi provare a VINCOLARE PER SEMPRE UN BENE AL SERVIZIO DI UN IDEALE.
Quale ideale?
Quello che tu proprietario assoluto, avrai trascritto/spiegato in uno statuto prima di morire!

Fare beneficenza senza fare associazione, infatti, è come fare l'elemosina davanti alla chiesa: molto bello e meritorio dinanzi a Dio, ma assai poco utile per il cambiamento della struttura sociale nel suo complesso che, anzi, addolcendo con la carità, rende più sopportabile.
L'elemosina non modifica la società, fare associazione si. Sempre.

Creando una associazione (cioè un insieme di persone), e dandole un'anima comune (cioè uno statuto), tu lavori per manipolare la rete, e permetti a questa associazione di incidere più potentemente nei movimenti della rete tutta, se integri alla tua associazione la proprietà o di un bene determinato (casa, terra, roulotte, ambulanze, elicotteri, industrie, negozi etc), o di un capitale finanziario idoneo a smuovere altra gente (persino valorialmente vuota) al servizio di quell'ideale, tramite stolide ricompense in denaro.

Tu adesso non vuoi fare l'elemosina... neppure alla tua morte vuoi donare quel tuo bene ad un gruppo ignoto di persone insieme ad un tuo statuto, perchè ti piacciono le regole ma non ti piace la misericordia, che trovi inutile ed inadatta ad un uomo che oggi occorre a tutti i costi ricondurre "all'asprezza del vivere" attraverso l'austerità, la fatica, la sofferenza - come ebbe modo di spiegarci il celebre economista e politico italiano Tommaso Padoa-Schioppa - e avvicinarci, così, al FANTASTICO SISTEMA DI VITA DELLA JUNGLA.
Concludi che non ti piacciono le associazioni/statuti che gestiscono BENI COMUNI, ritenendo solo la proprietà privata valido strumento di gestione del globo terracqueo, ed i tuoi figli/eredi quali unico baluardo al disfacimento del mondo.
Ma vorrei ricordarti che anche la tua famiglia è un particolare istituto associativo come lo è l'azienda e la squadra di calcio, e persino lo Stato, in fondo, altro non è che la associazione delle associazioni.
Ciò che cambia è lo statuto.
Lo statuto associativo di uno Stato si chiama Costituzione, mentre lo statuto di una famiglia... è espresso in nuce in qualche articolo della Costituzione e lo trovi poi sparso nel codice civile, come pattern gratuito e preformattato per tutti gli italiani.
Ma la famiglia è un istituto previsto per aggregazioni con finalità affettiva, del tutto disinteressata ed assistenziale finanche assistenzialistica, mentre una associazione ed uno statuto redatto in permacultura o ancora meglio in permacultura detta "organica", assume in sè esplicite finalità lavorative, autoproduttive ed ecologiche, che si lasciano senz'altro ispirare dall'amore incondizionato familistico, ma che non è loro preciso dovere normativo manifestare.
Non senza motivo motivo Bill Gates ha destinato per testamento gran parte della sua eredità non già ai suoi propri figli biologici, quanto alla sua propria fondazione retta sullo statuto da egli stesso formulato, la quale dunque non può non rappresentare la sua intera filosofia esistenziale. Ed ecco, i figli si riapproprieranno del capitale del padre semplicemente lavorando per la fondazione del padre, tuttavia solo e soltanto se il comitato di gestione della fondazione, selezionato in vita dal padre stesso (trattasi probabilmente di amici di vecchia data), riterrà quei figli omogenei alla visione e all'impegno del padre, ormai morto.
Ed è così che, purtroppo, anche all'indomani della illustre dipartita, saremo sempiternamente costretti a dire: "BILL GATES VIVE".