La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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L'ossessione di Google per la "PROPRIETA'"

di A. Francesco Papa

google webmaster proprietà


C'è poco da dire: LA SCUOLA RESTA SEMPRE LA SCUOLA.
Una simile ossessione googliana per il lemma "PROPRIETA'" - che compare come il prezzemolo nei box di dialogo della piattaforma con il "proprietario" (di siti web), si spiega solo con un iter formativo filosoficamente aggressivo proprio del CEO Google, che ad Harvard ha evidentemente lasciato il suo cuore.

Un cuore plasmato sulla proprietà privata

Che la proprietà privata esista, lo sappiamo tutti. Ma dei suoi fondamenti ontologici... chi ha mai saputo qualcosa?
Quando noi umani comuni studiammo i diritti di proprietà nelle lezioni di diritto a scuola, la professoressa non ci eviscerò le interiora di Locke e Friedman per battezzarci col loro sangue.
Neppure quando studiammo filosofia all'università, la "PROPRIETA'" ci fu mai illustrata come vero e proprio organo di produzione del lavoro umano. Appariva piuttosto come vezzo dell'umano sentire, giuridicamente legittimato tra assetti dottrinali discordanti, giammai come funzione antrolopogica dell'essere umano in sè che avvolge tutte le cose, la società e persino le proprie mani.

Chiameresti le tue mani "proprietà privata"? No certo... eppure lo sono!
Allora le chiamerai da adesso in poi "tua proprietà destra" e "tua proprietà sinistra"?

Eppure il CEO Google - la cui personalità giuridica traspare rifratta in milioni di minuscoli frammenti che ogni giorno dialogano affabilmente coi fruitori dei servizi google, non si avvede affatto della assurdità del linguaggio utilizzato. La seduzione dell'uomo per il brillantissimo e solitario concetto di proprietà privata, sembra organica, intima, profondissima come un abisso.

google webmaster proprietà


E' questa la filosofia che abita casa google, i cui "prodotti", prima di essere tali, sono ovviamente "proprietà-di-qualcuno".

Le domande che potremmo farci sono:

  1. Ma un professore di Harvard che unge del suo crisma proprietario tutti i suoi studenti, troverà a passeggio nei corridoi della stessa Harvard, un abate di religione opposta? E lo troveranno i suoi studenti?
  2. Se non garantisce la divergenza, trattasi di "scuola di alta formazione" o di scuola di alta inculturazione?
  3. Non è più rapido pensare Harvard come scuola di indottrinamento professionale di una specifica classe dirigente, quella di QUESTO mondo incancrenito nella filosofia dell'homo homini lupus e dell'accentramento delle risorse planetarie nelle mani di pochi magnifici proprietari capaci nonchè, infine, del debito strutturale degli Stati sovrani e di tutti gli uomini in particolare verso una aristocrazia economica o personalità giuridica sovranazionale, immensa, pluricefala e a tutti superiore per talento e potenza naturale?
  4. Quando "produco" una pagina google (g-plus, youtube, g-webmaster etc), tu Google affettatamente mi chiami "proprietario" della TUA pagina sulla TUA piattaforma, ed in quanto tale mi concedi il diritto di riempirla del MIEI contenuti che però quando non ti piacciono censuri insindacabilmente, ma allora, forse, non è meglio inquadrare il tutto nel concetto di CO-GESTIONE dove alcune "proprietà" sono in effetti "servitù di passaggio"?
  5. Se io contadino produco un cavolfiore, ecco lo vendo in quanto PROPRIETARIO di quel cavolfiore e, certo, ne traggo "giusto profitto", e tuttavia... i clienti non lo sanno, ma lo sa bene il custode della terra che quel fiore in tutta verità è frutto del lavoro sinergico di milioni di piccoli e grandi esseri, poichè inerte o molto poco produttivo è un quintale di terra senza vita (senza microrganismi)!
    Perciò: se io sono proprietario del mio cavolo di sito, e utilizzo "proprietà" altrui come libri e immagini e la lingua italiana stessa per esprimere contenuti MIEI, non dovrei pagare "servitù di passaggio" a destra e a manca prima di vendere il MIO PRODOTTO? Ma a queste condizioni, chi mai potrebbe produrre/vendere legalmente qualcosa? Solo i più furbi o i più fortunati!
  6. Egregio Signor Google, quanti proprietari e quante proprietà ben più antiche di te hai dovuto FAGOCITARE e NULLIFICARE prima di chiamare quel tuo prodotto, "tua proprietà"?
    Ed ora che sei divenuto proprietario del tuo frankenstein (+blogger, +youtube, +android etc), forse ti puoi permettere di dimenticare le tue più che modeste origini di ereditiere?
    In effetti... Harvard è molto "formativa" ma anche molto costosa, e per studiare li dentro... sei forse andato a servire ai tavoli del McDonald per pagarti la retta?
    E quel tuo compare così proficuo, Mark Zuckerberg, non ha anche lui come te studiato ad Harvard questi magnifici concetti, coi soldi di suo padre dentista, che poi con 5 milioni di euro ha finanziato pure la sua startup, facebook, senza ipotecare case nè pagare interessi a vita alle agenzie di prestito, come avrebbe dovuto fare ogni altro comune mortale?
    Quindi... dove sta il "talento" e il "successo" del "proprietario", davvero? Nell'avere un padre dentista?

Vi prego, è il terzo millennio.
Abbiamo superato il Novecento.
Basta con il FETICCIO DEL PRIVATO EROE, talentuoso conquistatore di uomini e mondi, di cui infine si dirà "proprietario" perchè "propria proprietà" certamente è la testa che si è fatta intestare tutto.

La comunità infinita, quella rete sospesa nel cielo che unisce tutte le teste, unisce anche la tua. A noi.

Noi siamo l'umanità, dove il prodotto di un essere umano è base della produzione di un altro essere umano, e perciò l'umanità risulta invero sempre COMPROPRIETARIA delle "proprietà prodotte" da ogni suo membro, foss'esso "l'imperatore".
Idem per le generazioni in successione storica l'una con l'altra: ognuna crea la base di sviluppo della successiva, e se l'ultima generazione si appropriasse e disconoscesse o dimenticasse attraverso un linguaggio distorto, "le proprietà" della prima generazione come fondamenta su cui ha edificato le proprie "nuove" ricchezze, sarebbe una generazione stolta, ingrata, veramente stupida e disonesta.