"Carenza di RAME nel terreno". Non è naturale!
La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...
Il rame è un elemento naturalmente diffuso in tutti i terreni e le piante generalmente ne abbisognano di quantitativi minimi per espletare le proprie funzioni biologiche, quindi raramente le analisi del substrato denotano una carenza di rame!
Per questo motivo, qualora la pianta manifesti irregolari sintomi da carenza di rame, ciò che una netta pratica agricolo-permacolturale suggerisce non è tanto l'aggiunta fisica dell'elemento "mancante nel substrato", quanto un più attento controllo dei fattori che limitano il FATTIVO ASSORBIMENTO di quest'elemento da parte della pianta.
In foto "Mal della bolla", infezione da Taphrina deformans, un ascomicete che attacca soprattutto rosacee (in particolare il pesco). Si tratta normalmente con irrorazioni a base di rame. Nelle manifestazioni da carenza di rame "pura", non evidenziata da attacchi fungini o altro, la distorsione della foglia è meno accentuata.
Noteremo così che nell'agricoltura occidentale moderna, la causa più frequente di malattie da carenza di rame è data dalla eccessiva somministrazione di FOSFORO (P). D'altra parte essa prova immediatamente a bilanciare una carenza così artificialmente indotta, integrando trattamenti a base di rame altamente biosdisponibile (irrorazioni foliari di solfato di rame), che ottemperano contemporaneamente non ad uno a ma a due inconvenienti: la suddetta stentata biodisponibilità rameica, e le sistematiche aggressioni fungine causate da altre debolezze interne alla moderna teoria agricolturale.
Questa doppia risposta strategica - apparentemente intelligente, stabile e risolutiva - non è esente da effetti collaterali, in quanto un eccessiva somministrazione di rame elementare, di per sè innaturale, è fitotossica per la pianta che a lungo andare potrebbe ugualmente indebolirsi, avvizzire e, nei casi più persistenti, morire o morire anzitempo.
I sintomi più frequenti da carenza di rame possono variare in base alla specie vegetale e possono confondersi con quelli generati da altri tipi di carenze, ma normalmente sono:
- Le foglie adulte si arrotolano e diventano contorte, a cominciare dagli apici.
- Le foglie più giovani si presentano di un verde particolarmente scuro.
- Le punte foliari necrotizzano e seccano (non c'entra la mancanza d'acqua!).
- La eventuale corteccia di un albero presenta lacerazioni e comincia a produrre sostanze gommose.