Pacciamatura e paglia: no ossessioni grazie!
La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...
La paglia "brucia" l'azoto.
La paglia, come tanti materiali cellulosici o legnosi, contiene molto più carbonio che azoto.
Ma i microorganismi presenti nel terreno usano l'azoto (aminoacidi, proteine etc) come carburante per digerire le molecole di cellulosa/lignina, sicchè meno azoto hai nel pacciame, più i microrganismi devono andare a procurarselo altrove.
Se non ne hanno abbastanza (e la paglia non ne fornisce loro in proporzione equilibrata), se lo prenderanno dal terreno circostante (se lo trovano). Se ne trovano in misura sufficiente, la decomposizione della paglia procederà a ritmi sostenuti, altrimenti noteremo una certa lentezza.
La paglia è un ottimo materiale da pacciamatura per il nostro coltivo, ma è bene nel tempo integrare variazioni.
In fondo come la dieta umana più è varia più è sana, allo stesso modo un suolo sano richiede una "dietetica" equilibrata, cioè varia.