La permacultura esiste perché esiste la natura. La natura presuppone l'esistenza di due parti con interessi contrapposti: il cavolo e la capra, l'ecosistema naturale e la cittá. Alcune ecosofie vorrebbero cancellare o ignorare questa opposizione fondamentale.
Per contribuire a una interpretazione più approfondita della permacultura, è stato aperto questo sito, ispirato all'ignoto pensiero di Paperinik: «è interessante notare come una vera e felice autosufficienza di molti ecovillaggi in rete, vista dalla cittá somigli più a una disgrazia per la città e per l'economia tutta». Una verità scioccante ma dalle conseguenze numerose e visibili a tutti...

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Permacultura & Ecovillaggi: uno scomodo REPORT

In un gruppo di permacultura su facebook, un tipo riporta la sua esperienza in un ecovillaggio. Un alveare di commenti dunque si mosse a dargli battaglia...

di A. Francesco Papa

Si riporta qui di seguito la esperienza di un esploratore presso un "ecovillaggio". Soggetto e luogo restano anonimi. Essendo il report raro, ricco, intenso, forse non sintatticamente ineccepibile ma senz'altro pregno di suggestioni, si é ritenuto opportuno non disperderlo ma tenerlo fisso in qualche punto del web, disponibile a future rievocazioni...

LA MIA ESPERIENZA IN UN ECOVILLAGGIO

Visto che molti di questo gruppo sono interessati a com'è la vita in un ecovillaggio, voglio raccontarvi la mia esperienza fatta nei mesi estivi in un ecovillaggio di montagna (circa 600 m di altitudine) che per correttezza non citerò, visto che non so se sarebbero felici di veder pubblicato sui social la loro vita.
Cercherò di essere più obiettivo possibile, ma so che sarà difficilissimo, e chiedo scusa in anticipo se sconfinerò in giudizi soggettivi e personali.

La struttura abitativa è una vecchia casa in pietra e legno, in mezzo ad un bosco, circondata da prati, e non raggiungibile in auto (forse con un fuoristrada, ma lì nessuno ce l'aveva).
Adiacente ci sono degli annessi rustici, una stalla con alcuni animali, un deposito attrezzi, un pollaio, una conigliera, ecc.
Poco lontano c'è una fontana con l'acqua potabile che viene utilizzata per i fabbisogni domestici.
Quando ci sono stato io ci abitavano 7-8 persone adulte, tra cui un paio di mamme con due bambini.
L' ecovillaggio tenta di strutturarsi per essere più possibile autonomo e autosufficiente (per usare una parola tanto usata in questo gruppo), ma purtroppo questo obiettivo è molto difficile da realizzare.
Non c'è elettricità e ovviamente non c'è internet, e in più non c'è campo telefonico, per cui niente telefoni e cellulari, né PC, né TV o radio. Nessun aggeggio elettronico.
L'acqua corrente c'è, ma ovviamente è fredda (era gelida d'estate, non oso pensare in inverno...)
Ho domandato come mai non hanno pensato a dei pannelli solari o fotovoltaici, ma mi è stato risposto che non rientra nelle loro esigenze, non hanno soldi, il tetto è messo male, non saprebbero come trasportarli fino a qui e come issarli sul tetto.
Riscaldamento solo con stufa a legna, che deve andare tutto il giorno perché viene utilizzata per cucinare (non avendo gas in casa).
Un solo bagno in comune per 8 persone, piccolo e freddo, con una turca e un secchio per gettare l'acqua. Ovviamente niente bidet.
Niente doccia con idromassaggio, ma una vasca da bagno incrostata per lavarsi una volta alla settimana, quando si usa un bollitore a legna per scaldare l'acqua calda.
In ogni caso ci si lava poco, e l'igiene credo sia l'ultimo dei pensieri.
I vestiti sono sempre i soliti, non c'è lavatrice e ogni tanto si lavano alla fontana stendendoli vicino alla stufa, così assumono un vago aroma di fuliggine. (In ogni caso il colore predominante era il grigio-sporco, vuoi perché venivano lavati raramente, vuoi perché non utilizzavano detersivi chimici, ma solo cenere o lisciva).
Il fabbisogno alimentare era assicurato da un orto e una serie di alberi da frutto, da alcuni animali d'allevamento (nel periodo in cui sono stato c'era una mucca con vitello, delle capre in un recinto, alcuni conigli in gabbia -altrimenti mangiavano tutti gli ortaggi-, galline lasciate libere, bellissime da vedere razzolare, ma che entravano dappertutto, anche sotto il porticato dove si mangiava d'estate, lasciando i loro bisogni in giro).
Avevano anche avuto alcune arnie, ma purtroppo erano morte tutte le api (destino comune a molti, da quel che vedo, anche le mie sono morte tutte per tre anni di fila...)
C'erano alcuni cani (che spesso abbaiavano per ore durante la notte) e numerosi gatti malconci e poco in salute, probabilmente a causa del fatto che si accoppiavano tra di loro (ovviamente nessuno era sterilizzato, dicevano che ci pensa la natura a selezionarli).
Uno in particolare era molto malato, aveva gli occhi cisposi, pelo sporco, respirava malissimo e restava sempre accucciato sotto la tavola.
Ho chiesto loro se non fosse il caso di farlo vedere da un veterinario, e mi hanno guardato sbigottiti, come se avessi detto un'eresia.
Le attività cominciavano la mattina molto presto, e c'era da fare tutto il giorno.
I ruoli erano abbastanza ben divisi: gli uomini facevano legna o portavano gli animali al pascolo, tagliavano il fieno per le bestie d'inverno, zappavano l'orto, facevano lavori di manutenzione (quelli da fare ce ne sono sempre, non finiscono mai: ogni tanto si rompeva qualcosa, che so, una tubatura dell'acqua, un recinto, una porta della stalla, il tetto che perdeva, tegole da sostituire o sistemare, stufa da pulire, ecc...)
Le donne si davano da fare per preparare da mangiare, accudire i figli, insegnare loro a leggere e scrivere, raccogliere verdure nell'orto, lavare il bucato.
I due bambini (un maschio e una femmina) erano abbastanza selvatici e avevano delle relazioni con gli adulti poco rispettose (molte parolacce ed espressioni scurrili), sempre sporchi e poco curati.
Stavano fuori a giocare nei boschi tutto il giorno, una cosa meravigliosa e molto wild, ma appena chiedevi loro un favore ti rispondevano male o facevano finta di niente.
Le uniche persone che -a volte- ascoltavano erano le loro madri, e sempre a suon di urla e minacce.
I padri non ho ben capito chi fossero, se facevano parte della comunità o meno, ho provato ad informarmi una volta, ma mi è stato risposto che non era importante chi fosse il padre, che loro erano madri autonome che senza un compagno vivevano benissimo e che la struttura familiare patriarcale era superata, ecc...
In ogni caso questi bambini li vedevo un po' disadattati (lo so, è un pregiudizio personale, sicuramente affrettato e magari ingiusto): da un lato li invidiavo per la loro estrema libertà, dall'altro li vedevo troppo liberi da impegni e doveri nei confronti della comunità, e anche quella mezz'ora al giorno di "lezione" era per loro un'imposizione forzata alla quale tentavano di ribellarsi in ogni modo.
Il cibo era poco vario e più o meno sempre lo stesso: zuppa di verdure con pezzi di carne, legumi, patate, uova, frutta fresca o secca, conserve di sottaceti, olive.
(Con buona pace per i vegetariani o vegani, mi chiedo cosa possano mangiare in un ecovillaggio come questo: solo frutta e verdura?)
Ovviamente non essendoci il frigorifero (e nemmeno un congelatore) non si poteva conservare nulla, per cui si consumava tutto al momento.
In ogni caso si mangiava assai poco, i pasti erano molto frugali e tutti erano abbastanza magri.
Nel periodo estivo quando sono stato io c'era molta frutta e verdura, l'orto produceva in abbondanza, ma mi sono domandato cosa mangiassero in inverno quando tutto era coperto dalla neve.
L'idea di fondo della comunità, come già detto, era la più completa autosufficienza, ma alcune cose erano impossibili da ottenere: la benzina per le varie motoseghe, per esempio, non si può produrre, e nemmeno l'olio per lubrificare la catena, e quella era una delle attività principali da fare, tutto l'anno, visto che la stufa andava 24 ore al giorno, e servivano quintali e quintali di legna, impossibile da fare con un'ascia e un'accetta.
Per cui addio rapporto idilliaco con la natura: rumore di motoseghe e odore di benzina (più l'inquinamento che ne consegue).
L'alternativa sarebbe non scaldarsi, e non fare da mangiare, e non lavarsi una volta alla settimana con l'acqua calda.
Poi loro tentavano di tutto per non dover dipendere da fattori esterni: niente caffè o thè (impossibile coltivarlo da noi) zucchero (solo miele, quando c'erano le api), latte o formaggio solo quando viene ammazzato il vitello (boh, non ho capito se lo ammazzano loro e lo macellano, o lo vendono), niente pasta o cereali (troppa altitudine per coltivare, e in ogni caso se coltivi grano, poi devi macinarlo, essiccarlo, servono attrezzature, ecc...
Niente alcolici (ogni tanto spuntava qualche bottiglia di vino molto tannico, ma non ho capito se lo producevano loro - non mi pare di aver visto attrezzature - o se glielo regalava qualche contadino).
In compenso tanto fumo, sia tabacco che di altro tipo, e non si facevano alcun problema a fumare davanti ai bimbi.
La stanza destinata agli ospiti era un bellissimo sottotetto con pavimento in legno, accessibile tramite una scala in legno, molto suggestivo e romantico, con una serie di materassi messi per terra dall'aspetto poco igienico, ma tant'è, ho sempre dormito con il mio sacco a pelo (ed era estate, non oso immaginare in inverno!)
L'atmosfera generale, mi dispiace ammetterlo, non era di persone felici e soddisfatte, ma piuttosto di voler dimostrare a loro stessi che potevano farcela. Anche le dinamiche tra di loro erano più improntate ad un rapporto di convivenza "forzata" piuttosto che di amicizia, e questo si rifletteva anche nelle conversazioni tra di loro.
Lo so che il mio è un giudizio "esterno" da semplice visitatore, e che è ovviamente parziale e soggettivo, ma forse siamo noi che ci immaginiamo una comunità o un ecovillaggio pieno di amore, di felicità, di benessere e serenità (o magari sono le foto che pubblicano nei loro momenti migliori, con tavolate imbandite o prati rigogliosi e fiori in estate che ci fanno pensare questo).
Ecco, forse proprio la serenità è la componente che non ho visto in questo ecovillaggio, ma forse, ripeto, erano solo le mie aspettative falsate e il problema è solo mio.
Di fatto erano tutti troppo impegnati a procurarsi da che vivere, che di creare armonia comunitaria, e alla sera eravamo tutti esausti e stanchissimi, tanto da andare a letto anche alle 9 o poco più.
(In ogni caso non c'era la luce, solo candele, e nemmeno TV o altri intrattenimenti).

Perdonatemi se sono stato forse troppo critico e poco "obiettivo", ma è difficile, a volte, mettere da parte il giudizio e mi rendo conto che, pur tentando di essere più aperto possibile, anch'io sono pieno di limiti personali...