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Permacultura & MUTUO-AIUTI REPORT n.7 - SICILIA, Ragusa, marzo 2015

Ritorno al Vallone: il Gruppo di Mutuo-Aiuto siciliano questo mese si è riunito ancora una volta al Vallone delle Pezze, a Ragusa, per un indifferibile progetto di permacultura per il quale la comunità (non ecovillaggio!) avocò l'aiuto de "La Rete".

tratto dal libro
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M.P.B.M
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di A. Francesco Papa

circle

Sabato 28 marzo 2015 sono iniziati i 5 giorni di mutuo-aiuto al Vallone delle Pezze, in provincia di Ragusa. Io sono tornato a casa il terzo giorno, perchè necessitavo di una doccia di 3 quarti d'ora alla temperatura di 50 gradi e mezzo.
Non desideravo rendicontare nulla, ma l'esperienza è stata organizzata con creatività ed ha stimolato riflessioni che non avevo ancora fatto, e perciò sono un po' costretto a renderla di dominio pubblico, scrivendone qualcosa.

Cominciamo.
Non essendoci pareti al Vallone, i valloniani hanno questa volta deciso di appendere allo stenditoio 3-4 cartelloni + 1 all'ingresso, che avrebbero dovuto illustrare i progetti d'intervento e di discussione durante tutta la sessione.
Erano colorati, spiegavano brevemente qualche concetto e rispondevano all'esigenza di offrire un rapido prontuario d'azione ai visitatori che, durante questi incontri, solitamente si avvicendano come in un porto di mare, senza sosta ad ogni ora del giorno (e della notte – il Porto di Terra da Palermo è approdato qui soltanto alle 22).
Segnalo in questo frangente la trovata dei cartelloni perchè qualora dovesse nascere una partnership tra realtà neorurali meno “riservate” e le scuole del circondario, ciò significherebbe dare lavoro utile ad insegnanti e scolari che, si sa, patiscono una cronica distanza dalle genuine ricette della vita campestre.
Mentre giravo tra i bancali del Vallone, ne ho notato uno “selvatico”. Lì vicino c'era Philip di Copenaghen, ho chiesto a lui il quale mi ha risposto che si trattava proprio del “suo” bancale, quello che cura in via sperimentale.
Trovo che sia una buona idea.
Di solito le aree sperimentali si mettono lontane dalla vista, in luoghi un po' fuori mano, questa era invece proprio in mezzo all'orto. Vuoi o non vuoi verrà puntigliosamente controllata.
In questo caso, l'esperimento di Philip consisteva nella verifica del principio fukuokiano di semina casuale ed abbondante, nel tentativo di selezionare qualche varietà molto produttiva che riuscisse a farsi strada da sé tra le erbe spontanee, di solito più tenaci ma meno pregiate. Sfalci e lavorazioni minime del terreno ad intervalli regolari offrono ai nuovi semi una “possibilità artificiale” di sviluppo.
Il secondo giorno è stato un capolavoro di ingegneria sociale.
I valloniani meditano di spostare da un'altra parte l'attuale area comune Open Space ("cucina/salotto”). Anziché ricorrere alla inventiva propria o di qualche professionista delle alte sfere metropolitane, hanno deciso di ricorrere alla “rete”, sulla quale natura e finalità avrei molto da dire, ma non in questa pagina. Diciamo che al momento c'è solo da osservare, prendendo quel che la rete dà, e registrando quel che la giovane rete non dà.
Eravamo una ventina. Philip ci ha divisi in 4 gruppi1 ed ha assegnato a tutti il compito di progettare il “trasloco”, naturalmente, secondo i principi della permacultura. Bene, da questa divertente esercitazione - che ha impiegato una giornata (il mattino per l'elaborazione, il pomeriggio per l'esposizione dei progetti) - il Vallone ha ricavato molte idee e suggerimenti più o meno efficaci sulla linea da seguire, ma quel che vorrei qui sottolineare, è la presenza - fra l'altro nel mio gruppo - di Michelle.
Michelle è un agricoltore che si è trasferito a Noto dal Belgio, dove assisteva un architetto.
Dunque la “rete” - pressata da una viva esigenza, quella del Vallone - ha sortito il magico effetto di riattivare una abilità che la storia aveva sepolto, dacchè Michelle non ha qui in Sicilia gli strumenti o la possibilità di integrare il suo vecchio lavoro di assistente-architetto, con quello nuovo di venditore di frutta e giardiniere a domicilio.
Da costui il mio pensiero si stacca e và a tutti coloro che per amore della terra, di una vita più sana e genuina, tranquilla, pulita e silenziosa, autentica, si trovano costretti a fare una scelta, che necessariamente avrà per esito la deposizione di un talento, per favorire la fioritura dell'altro.


...E se si trovasse un modo
per coltivarli entrambi?

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Mi spiace, al momento nessuna buona comunità ecologica ha richiesto uno spazio promozionale qui.

Michelle con passione disegnava la cucina estiva del Vallone e la stravagante “terrazza” sull'albero. Quando sul foglio tracciai una cisterna proprio dove non doveva stare, Michelle sorridendo disse, col suo accento inglese: “L'archietto che è in me grida e si ribella”. Quindi deduco che dietro quell'aspetto di spartano agricoltore, esisteva ancora un architetto, seppur solo “assistente” (ma per gli scopi del Vallone sufficiente).
Tale passione ha continuato a respirare pur piegata sotto noci e albicocchi, ma NON HA TROVATO CANALI D'ESPRESSIONE fra periferie rurali ed abbandonate, eccetto qui, oggi, al Vallone, per mezzo della permacultura.
Ora. Le finanze di Michelle non sono tali da permettersi di rinunciare ad una desiderabile opportunità di commercio anche di questa sua propria, espunta dote.
Io personalmente rifiuto l'idea di una rete-permacultura-sicilia ennesima azienda tra mille aziende e pregherò dinanzi al tabernacolo perchè una tale intenzione vada alla deriva, tuttavia, con individui esterni alla rete – cioè abitanti in città – non mi ripugna l'idea che i permacultori intrattengano normali rapporti di tipo meramente monetario.


Servizi a pagamento per gli uni, gratuiti per gli altri, perchè gli uni e non gli altri barattano risorse, tempo ed energie; gli uni e non gli altri producono denaro piuttosto che broccoli, lavoro, relazioni!


Michelle non ha la possibilità, da solo, di competere con gli architetti della città di Ragusa o di Catania o di Messina, ma una rete-permacultura-sicilia ben organizzata potrebbe porsi dinanzi ai cittadini di queste città, come coesa realtà produttrice non solo di cavoli e cipolle, ma anche di servizi di consulenza, ed a quel punto non solo Michelle, ma anche tutti gli ex-ingegneri, ex-medici, ex-manovali, ex-idraulici, ex-insegnanti che per amore del verde hanno abbandonato l'urbanità concentrata, potranno recuperare parte delle abilità che spendevano in città in cambio di soldi. Insomma...

 

Tutti i cittadini che leggono questo scritto sappiano questo: tra le fila della rete-permacultura-sicilia milita un assistente-archietto (Michelle) che sarebbe felice di offrire a pagamento i suoi servizi di consulenza, purchè occasionali e di breve respiro, perchè la sua vita è in campagna, non in città.
Tutti i terrestri che leggono questo scritto sappiano questo: tra le fila della rete-permacultura-sicilia milita un assistente-archietto (Michelle) che sarebbe felice di offrire gratuitamente (o in baratto o a prezzo scontato) i suoi servizi di consulenza, purchè occasionali e di breve respiro, perchè la sua vita sta nelle campagne di Noto, in provincia di Ragusa, non in quelle di Palermo, Trapani o Calacibetta.

 

Termino le considerazioni sulla giornata di progettazione valloniana ricordando come, anche in questo caso, l'iniziativa sarebbe stata molto valevole in ambito scolastico, pregna di nuovi odori e possibilità, giacchè avrebbe piantato gli studenti direttamente nel fare. Inoltre, ogni struttura imbriglia in sé qualcosa dell'energia generata per portarla all'essere, e se utilizza manodopera e/o intelligenza comunitaria, questa resterà nei secoli come vero fondamento della casa stessa!


Costruire baracche in permacultura, con l'aiuto fisico dei “piccoli”, è molto diverso dal costruire strabilianti palazzi in città, con l'aiuto di finti amici, mercenari e aristocratici benefattori.


Il terzo giorno è stato il mio ultimo giorno. Prima di andarmene ho avuto modo di vedere in azione la Banca Semi del Vallone, gestita dalla corrispondente signora del Vallone.
Devo dire che il momento è stato curato con molta più sollecitudine al polo messinese di Tupamaro1 & Tupamaro2.
Qui noi eravamo solo in 4-5 ed alquanto approssimativi, visto che non si è fatta menzione del Pactum di Redistribuzione almeno delle cultivar più rare, per le quali Tupamaro2 invece ci fece la testa così.
Per quanto riguarda il fermento intellettuale proprio del Vallone, fortunatamente Alessandra delle Pezze pare essersi decisa ad uscire dalla sua leggendaria pigrizia, mettendo nero su bianco il suo primo tascabile per il riconoscimento delle erbe spontanee, che - a suo dire - dovrebbe temperare i rigori di una dispensa universitaria, con la semplicità (talvolta banalità) di un'esposizione divulgativa.
L'aspettativa è grande verso quest'astro nascente dell'editoria italiana.

«Guarda in cielo e conta le stelle,
se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza»

Gn 15:5

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La colomba della pace vola di sito in sito. Aiutiamola a farle fare il giro del mondo portandola anche nel nostro spazio web! Questa è arrivata qui MERCOLEDI' 15 MARZO 2017, alle ore 14:57 da www.toscanafantasy.com
NOTE A PIE' DI PAGINA

1 L'elemento astrologico di nascita (aria, acqua, terra, fuoco) è stato il principio di aggregazione adottato da Philip, ma poteva sceglierne qualsiasi altro: pietra preferita, colore preferito, pizza preferita... albero, numero, squadra di calcio di appartenenza! In questa maniera esiste o dovrebbe esistere una qualche “base comune” al gruppo, la quale base – unita ad un programma di interventi pratici - darebbe modo ad un eventuale psico-sociologo di verificare eventuali teoremi!