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Quando l'ipocrisia impedisce di capire alcuni principi di permacultura

E' possibile che la IPOCRISIA sia uno dei possibili freni della permacultura per cui essa stenta a svilupparsi per trasformare organicamente la società?

tratto dal libro
    PO LOTTERIE
M.P.B.M
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di A. Francesco Papa

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Cosa c'entra la permacultura con l'ipocrisia?
E' incredibile pensarlo, ma anche tra i permacultori, i gretini e gli appassionati di tutto ciò che vi è di buono e di biologico a questo mondo, sovente esiste un grado più o meno accentuato di ipocrisia che impedisce loro di capire (e di dire di aver capito) alcuni particolari principi di permacultura e argomentazioni derivate. Forse sarebbe più corretto parlare di quel fenomeno noto in ambito letterario come "CECITA' DELL'AUTORE", ma andiamo per gradi...

L'ipocrisia non è una semplice menzogna o assenza di verità, altrimenti l'ipocrita non si chiamarebbe ipocrita ma semplicemente bugiardo.
L'ipocrisia è qualcosa di più sofisticato che si sviluppa in un ambiente più sofisticato: come le muffe, nasce e cresce si dove manca il calore del sole e della verità, ma anche dove esiste un alto tasso di umidità, cioè dove pullulano incoffessabili interessi egoici impalpabili ed invisibili come vapore acqueo, sicchè se il bugiardo mente sapendo di mentire contro questo o quel fatto, l'ipocrita mente non sapendo bene di mentire contro questa o quella sua propria coscienza, sentimento personale o logica comprensione.

Diversi sono i fatti rigorosamente logici che un ecoavventuriero infarcito di permacultura, gretinismo e buonismo ecologico, non può permettersi di comprendere e di accettare fino in fondo a beneficio di un utile sviluppo sociale della permacultura nel nostro tempo e nella nostra Storia. Citiamo soltanto alcune di questi indigeribili mattoni ideologici:
 

  1. Se la proprietà è tua, non è degli altri.
  2. Se sei un proprietario, non puoi essere un custode.
  3. Un ospite, non è un residente.
  4. Un residente ha dei diritti che un ospite non ha.
  5. Una costituzione sancisce diritti e doveri, l'anarchia rinuncia ai diritti per non avere doveri.
  6. Dare il pesce a un mendicante rende buoni, dargli la canna da pesca rende saggi.
  7. Che una sola persona si occupi di 100 ettari come anche solo di 10 ettari - se hai chiaro in mente l'estensione di 1 ettaro, è quantomeno squilibrato.


Si tratta di nozioni brevi ed elementari, già proprie del "corredo genetico" della mente umana, ma che un permacultore proprietario di ettari ed ettari dedito all'ospitalità o a qualche forma di commercio bio, non può facilmente accettare, perchè lo costringerebbe a pensarsi come qualcos'altro, non propriamente un benefattore dell'umanità col cuore verde.

 

E alllora vedete, per salvarsi egli deve "dimenticare" o - se gli ripeti la pappardella punto per punto, più volte - dirà di "non capire".
Se ammettesse di aver capito, sarebbe poi in un certo senso obbligato ad argomentare; stando invece muto o dichiarando tutto "folle, novax, putiniano, immorale, incomprensibile" - libera astutamente se stesso dalla esigenza di cercare validi e razionali e talvolta difficili contro-argomenti.

 

Non è che i suddetti 7 punti siano pochi e confusi, sono invece tanti e nitidi, ma per salvarsi da se stesso, il fellone non deve capire. Non può dichiarare pubblicamente a  tutti di aver capito, finchè non venga in suo soccorso qualcosa o qualcuno che gli possa restituire la dignità perduta a seguito di un banale e del tutto comprensibile ragionamento che lo inchioda al fastidioso palo della "colpa", del vizio o del difetto.

 

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Mi spiace, al momento nessuna buona comunità ecologica ha richiesto uno spazio promozionale qui.

Poveri uomini, e povera società! che è affetta da problemi secolari, perchè da secoli gli uomini non vogliono rispondere a se stessi!

 

Eppure la permacultura e quei permacultori verso cui sei così crudele e polemico, dicono tante cose e buone e profonde. A volte fanno persino dei corsi bellissimi, che cambiano la vita alla gente. Come te lo spieghi?

 

Te lo spiego subito.
L'ipocrita non è sinonimo di "incapace", "stupido" od "inesperto".
L'ipocrita è precisamente quello che abbiamo detto all'inizio, ovvero colui che nasconde a se stesso delle verità, di conseguenza, può benissimo insegnare agli altri tutte le altre verità.
Un drogato che consiglia ad altri di non drogarsi, NON E' UN IPOCRITA: è una persona affetta da una volontà debole; sebbene tale testa sia "illuminata" perchè "conosce la via" tanto da consigliarla validamente agli altri, di fatto poi non ha gambe abbastanza robuste da farcela da solo. Ed insultare i piccoli, i deboli e gli handicappati, si sa, è da vigliacchi.
Un ipocrita può dunque essere un ottimo oratore, un bravissimo poeta, un esperto agricoltore e progettista di case in balle di paglia. Egli sa fare tutte queste cose, insegna agli altri come farle, ne riceve gratificazione e pagamento, ma non per questo la sua vita reale o la società ideale che propone in permacultura sarà un canto della Divina Commedia.

Ora noi vogliamo che la permacultura sia proprio quel canto... divino e naturale insieme. Esso va epurato da tutte le contraddizioni interne. Per fare questo, la via più rapida e potente è l'ESEMPIO. La predicazione (attraverso corsi, cerchi e ritiri) è una via, ma non la migliore!

Una permacultura non-ipocrita, una socio-ecologia APPLICATA, un gretino non completamente cretino, accetta umilmente l'insegnamento che viene da alcune massime di Logica Naturale, e poi trasforma la vita circostante se ne avrà le forze.
Se non avrà il coraggio di dichiarare a se stesso talune banali rivelazioni della ragione pubblica, noi continueremo a spiegargliele ma lui continuerà a dire "non capisco". Farà così per l'eternità, oppure fintanto non vedrà entrare nell'orizzonte della sua vita gli strumenti pratici per:

 

  1. Liberarsi della proprietà privata che percepisce già come cosa "inopportuna" - soprattutto colui che si fregia abitante del "Nuovo Mondo", ma che, per le insicurezze intrinseche al City System, ancora gelosamente custodisce come tesoro unico e prezioso. Finchè non troverà un modo per cedere quei disonorevoli titoli e maleodoranti relitti della Storia ad altri in una struttura che però assicuri anche la sua propria sicurezza materiale qui ed ora, egli dovrà fare finta di "non capire" certi discorsi di certa permacultura.
  2. Liberarsi effettivamente della qualifica implicita di FEUDATARIO, e vestire l'abito reale del CUSTODE DELLA TERRA, che non è una scelta mistica ma una scelta burocratica ed una opzione amministrativa reale.
  3. Dare agli ospiti la qualifica di residenti, se e quando lo desiderano, ad alcune condizioni normate in uno statuto pubblico e sociale, e non come privilegio concesso benevolmente da un duca, conte o marchese biologico.
  4. Concedere ad alcuni degli ospiti, i più meritevoli o affezionati, dei diritti, delle sicurezze e dei comfort che alcuni altri ospiti che sono soltanto turisti, non è giusto pretendano.
  5. Prospettare agli ospiti un modo di vita, una organizzazione sociale equa, democratica e generosa verso tutti, che sia libera e non soffocante come l'anarchia, ma anche solida e rassicurante come una splendida costituzione popolare.
  6. Dare agli ospiti in transito od in esplorazione presso di noi, non solo uno stupido piatto di minestra o un misero letto...1 ma una autentica possibilità (gratuita) di vita e lavoro campestre.
  7. Rinunciare al sovrano peso di gestione di 100 ettari come anche solo di 10 ettari, conservando, nella condivisione, dei diritti personali sul reddito o la produzione ottenibile da taluni immensi quantitativi di terra.


Un permacultore non-ipocrita, riconoscerà immediatamente la necessità di costruire tutto ciò.
Il perma-feudatario, invece, no. E ancora dirà:

«Non ho capito»

 

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La colomba della pace vola di sito in sito. Aiutiamola a farle fare il giro del mondo portandola anche nel nostro spazio web! Questa è arrivata qui MERCOLEDI' 15 MARZO 2017, alle ore 14:57 da www.toscanafantasy.com
NOTE A PIE' DI PAGINA

1 La minestra, il panino o la cuccia per dormire non sono AIUTI ORGANICI, bensi INORGANICI ovvero consunstanziali alla carità del City System, che è una carità simile al fuoco di ghiaccio che, secondo Dante, esiste nel cuore dell'inferno.